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L’AD Andrea Nigi presenta SpeakME: la prima app di incontri al mondo che utilizza voce e immagine per conoscersi
Come state lei e la sua famiglia in questa fase dell’emergenza covid-19?
Andrea Nigi: Si sta bene, grazie! Siamo in quattro.
C’è mia sorella Martina e i miei genitori Carlo e Francesca. Abbiamo affrontato la prima fase del virus e il lockdown ipotizzando scenari, operando in smart working e praticando sport.
Nel brutto momento che stavamo vivendo abbiamo cercato gli aspetti positivi della condivisione familiare. Adesso stiamo vivendo questa fase transitoria senza preoccupazione ma con pensierosa attenzione. Tutto appare ancora molto incerto e complesso.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce SpeakME?
Andrea Nigi: Bé la mia carriera inizio a scriverla ora. Sono nato nel Dicembre del 1995.
Dopo aver conseguito il diploma di geometra sono diventato praticante ed ho conseguito il patentino nell’agenzia immobiliare di mia madre.
Ho avuto l’opportunità di trasferirmi a Londra, dove ho lavorato per circa un anno con una società specializzata nell’organizzazione di “luxury event”.
Nel 2016, al rientro in Italia, ho iniziato la collaborazione con mio padre Carlo che, da oltre 30 anni, è attivo nell’ambito della formazione, con l’Istituto Leonardo da Vinci, la cui sede è a Empoli. In questo contesto è nata l’idea di diversificare le opportunità, investendo in un ambito di nuova generazione, in un settore del quale si intuivano le prospettive di sviluppo.
La scintilla che ha fatto accendere il progetto è stata l’incontro, del tutto casuale, con Roberto Lombardo, esperto del settore e cofondatore di SpeakME Srl, la società appositamente creata per lo sviluppo della nostra app.
Come innova SpeakME?
Andrea Nigi: Tutte le app di social dating si basano sul messaggio scritto.
Noi abbiamo scelto di “dare la voce”, nel senso letterale dell’espressione, ai membri della nostra community. In SpeakME gli utenti si parlano, non si scrivono.
Con la voce legata all’immagine del profilo non si può ingannare l’interlocutore, o perlomeno è più difficile farlo, inoltre, elemento fondamentale, superiamo la sterilità della chat classica. Con l’umanità della voce conosci aspetti del tuo interlocutore/trice che la parola scritta non potrà mai mostrare.
La nostra app è, di fatto, la prima al mondo che mixa immagine del profilo e parola e adottiamo un metodo d’innovazione continua. Siamo, per esempio, fortemente innovativi nella protezione della privacy di ogni membro della community e dei suoi dati personali, aspetti fondamentali, delicatissimi in questo tipo di app.
In che modo la pandemia da covid-19 ha colpito SpeakME e come state affrontando questa crisi?
Andrea Nigi: Il claim della nostra app è “Parliamoci, ascoltiamoci, incontriamoci”. La situazione generatasi con la pandemia ha reso estremamente complesso o impossibile la finalizzazione, il momento dell’incontro.
Stiamo quindi lavorando per rendere la nostra app la più interattiva possibile con nuove soluzioni da implementare nella app.
Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?
Andrea Nigi: La pandemia è arrivata proprio nella fase di lancio della app, che è disponibile in Italia dal Dicembre 2019 su piattaforma Ios e Android.
SpeakME ha immediatamente suscitato interesse a livello nazionale proprio per il suo carattere straordinariamente innovativo.
Il Covid-19 ci ha solo costretto ad assestare il piano promozionale, rispetto al contesto che stava cambiando, drasticamente e velocemente.
Certo, abbiamo subito un rallentamento ma non abbiamo dovuto prendere nessuna decisione difficile.
Abbiamo imparato ad analizzare e conseguentemente agire in modo rapido anche in una situazione del tutto imprevedibile.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come vi proiettate voi stessi e SpeakME nel futuro?
Andrea Nigi: Non vorrei apparire presuntuoso ma non abbiamo ansia né stress, se non quella/o positivo di risolvere rapidamente gli ostacoli tecnici che ci consentano di dare il meglio alla nostra community.
Certo, non potevamo immaginare il virus, ma siamo costantemente impegnati ad aggiungere nuove opportunità per i nostri utenti.
L’elemento più complesso è capire fino in fondo cosa cambierà strutturalmente dopo il virus e cosa è solo temporaneo (dal punto di vista della app, naturalmente).
Questo è il nostro modo di affrontare il futuro dell’azienda.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Andrea Nigi: I nostri concorrenti sono i big del settore, le grandi social dating app globali. Noi non vogliamo batterli.
Noi vogliamo offrire ai nostri utenti un’esperienza più vera e intensa nel cercare amicizia, amore, contatto: la più gratificante possibile per loro, al livello tecnologico percepito, il più alto possibile. Siamo certi che SpeakME crescerà proprio per questo.
Non ci poniamo limiti ma non abbiamo fretta.
Nessuna voglia di bruciare le tappe. Siamo nati in Italia, iniziamo ad essere apprezzati nel nostro paese, ma la nostra vocazione è europea e mondiale e quando sarà il tempo ci approcceremo a questi mercati con la stessa impronta che ci è tipica e cioè di imparare costantemente dalla community e adottare soluzioni conseguenti, al servizio degli utenti e della loro esperienza nella app.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Andrea Nigi: Come vediamo dalla cronaca quotidiana ci siamo ancora dentro, non sappiamo per quanto ancora.
Il Covid-19 è una tragedia planetaria e una sfida difficile per la nostra startup, ma anche uno stimolo per innovare, per noi e per l’utente finale.
Sicuramente operiamo e lavoreremo perché i nostri utenti affrontino le relazioni con la consapevolezza che la pandemia richiede, per salvaguardare la loro salute e quella degli altri.
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