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Chiara Verderese e Giuseppe Spanto ci raccontano di Is CLEAN AIR: Nuovi modi di pensare al futuro

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Come state, voi e la vostra famiglia?

Giuseppe Spanto: Per fortuna bene, per entrambi noi, con cura e attenzione a quello che facciamo consapevoli di quanto è successo e sta ancora succedendo, e che ci ha catapultato in una nuova realtà da comprendere ed a cui adattarci.
Durante l’ultimo anno la pandemia ha parzialmente fermato le attività in svolgimento, altre le ha posticipate ed altre che avevamo in programma sono proseguite, per fortuna.

Chiara Verderese: Certo, per quanto mi riguarda le ha rallentate un po’ ma credo di essere stata davvero molto fortunata, nel complesso: sono riuscita a completare il mio master presso l’Italian Trade Agency che mi ha permesso di conoscere una bellissima realtà come quella di Is CLEAN AIR; sono stata una dei pochi studenti che è riuscita a partecipare anche al tirocinio formativo previsto in un mercato estero. C’è stato dispiacere in quanto, in una situazione ideale in cui il Covid non sarebbe esistito, avrei trascorso due mesi ad Hong Kong. Non mi è andata comunque male perché sono partita per Londra – ovviamente non senza difficoltà – tuttavia è stata un’esperienza fantastica che mi ha fatto crescere tantissimo sia professionalmente che personalmente.

Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.

Chiara Verderese: Ho conosciuto il Managing Director di Is CLEAN AIR, Giuseppe Spanto, alla fine del 2019 durante un evento speciale organizzato dalla SACE/SIMEST (società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario) in collaborazione con Lazio Innova (ente strumentale della Regione Lazio che offre contributi, finanziamenti e garanzie per la crescita delle PMI) e l’Italian Trade Agency.

Quest’ultima mi aveva suggerito di partecipare all’incontro dove avrei potuto presentarmi e parlare del Master “CORCE – Fausto De Franceschi” per proporre alle aziende presenti di accogliere uno studente per la parte tirocinante. Mi era stato detto: “Vai, sii determinata, chiara e coincisa e vedrai che qualche azienda ti noterà. Poi magari chi lo sa, fai il tirocinio e se ti farai notare, avrai presto un lavoro”.
Ringrazio ancora la mia tutor, per questo prezioso consiglio. I mercati internazionali sono sempre stati materia per me affascinante; occuparmi di export e di internazionalizzazione d’impresa è sempre stato il mio sogno.

Infatti, pur avendo studiato lingue (inglese, tedesco e russo), ho sempre cercato di volgere la mia formazione anche verso alcune materie più economiche inserendo nel mio piano di studi esami quali marketing, promozione del Made in Italy, Economia e Finanza, ecc…
Nonostante questo, dopo la mia prima esperienza come export manager in un’azienda del settore food, ho capito che qualcosa nella mia formazione era venuta meno e non mi sentivo pienamente soddisfatta della preparazione. Così ho deciso di lasciare il lavoro per continuare a formarmi e iscrivermi alla selezione prevista dal master e, senza la certezza di essere selezionata, mi licenziai. Devo dire che è stata la decisione più saggia ma anche coraggiosa che abbia mai preso nella mia vita.

Poi Giuseppe ed i colleghi (con cui abbiamo costruito un vero e proprio team di lavoro inter-funzionale) sono un grande punto di riferimento perché ogni giorno ricevo stimoli, spunti e idee per migliorarmi e crescere costantemente e per lavorare con serenità e con fiducia per il nostro futuro, sia a livello singolo sia a livello aziendale. A mio parere è questa la vera forza dell’azienda, la quale sta puntando molto sulla combinazione tra professionalità e figure junior e senior, e da quel che ho visto da quando sono coinvolta e ci lavoro ha creato e consolida le condizioni giuste per poter crescere moltissimo, creare valore per tutti ed essere un global leader nel settore “Clean Tech”.

Come innova Is CLEAN AIR?

Chiara Verderese: Come ho già detto, l’azienda punta molto sulla combinazione tra junior e senior, che interagiscono su un patrimonio imponente di proprietà intellettuale, competenze, esperienze sul campo e interscambiabilità, e questo è un modo davvero sorprendente di innovare. Io stessa ho sviluppato alcune idee riguardo possibili campi di applicazione della tecnologia APA, ambiti verticali di business e mercati potenziali e raggiungibili su cui puntare, ecc…

Ovviamente Non sempre le mie intuizioni sono corrette, ed insieme le modifichiamo e proponiamo in re-shaping come è normale che sia, del resto quest’aspetto mi permette di migliorarmi costantemente praticamente a 360°, formidabile per una ragazza di 26 anni da poco entrata nel reale mondo lavorativo! La cosa più importante però è che non mi sento mai giudicata, rimproverata quando sbaglio, anzi… anche da alcune idee non del tutto brillanti, le persone più esperte presenti in azienda hanno saputo ricavarne nuovi spunti.

A mio parere è così che un’azienda dovrebbe innovare, dando spazio a giovani menti (i mentor aziendali hanno avuto dei riconoscimenti, come “Beautiful minds”), aperte e fresche che magari riescono ad immaginare, creare, innovare appunto, laddove, per differenza generazionale e di competenza ed esperienza, i senior non riescono e viceversa. Il mondo è in continua evoluzione, viviamo in una società in continuo mutamento e se non ci si adatta e conforma per stare al passo o anche più veloci ed agili si rischia di esserne travolti e sconfitti.

Is CLEAN AIR, per le persone, i valori ed il potenziale che ha, non vuole, non può e non deve correre questo rischio. Siamo una società tecnologica di servizi ambientali e, come diciamo spesso, siamo un’azienda giovane e differente che si pone soprattutto a servizio delle persone e dell’ambiente, in termini sociali… INNOVARE, studiare, esplorare e sperimentare è il nostro primo MUST accanto alle verticalizzazioni d’attività che abbiamo lanciato e stiamo lanciando, abbiamo pur sempre fini di lucro come tutte le aziende.

In secondo luogo, i fondatori dell’azienda si sono contraddistinti sin dall’inizio per lo sviluppo di un modello di società e di relativo business model del tutto innovativi, decisamente strategici e basati sulla generazione, acquisizione e validazione di brevetti e di un ampio know-how e sul successivo trasferimento della proprietà intellettuale a livello mondiale, accanto ad attività operative d’ingegneria su nuovi spazi commerciali e di business, peraltro in questo caso è proprio da evidenziare che sono frutto del nostro genio del tutto Made in Italy.

Is CLEAN AIR pensa globalmente e opera localmente, ha creato patrimonio culturale e tecnologico per condividerlo con partner e stakeholder, per cui un altro aspetto importante deriva dall’acquisizione di nuove conoscenze e valori che possono provenire loro stessi (da partner e stakeholder) che si sviluppano e migliorano la tecnologia all’interno delle attività a servizio dei mercati target.
È chiaro che questo permette di migliorare il proprio know-how, apprendere e sviluppare nuove metodologie e tecniche nel campo della prototipazione, produzione e manifattura e sviluppo commerciale.

In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Is CLEAN AIR e come state affrontando questa crisi?

Giuseppe Spanto: La pandemia ha purtroppo avuto impatti significativi ed ha posto in annullamento, posticipazione e stand – by molti progetti e installazioni della nostra attività commerciale e di sviluppo. La pandemia, come ben sappiamo, ha creato molti problemi però ha anche dato la possibilità a molte aziende di riconvertirsi e sviluppare nuovi business. Ogni giorno sentiamo nei vari programmi televisivi o tramite articoli di giornale i vari case studies di aziende che si sono ritrovate a rielaborare, ripensare e rimodellare il proprio modello di business o i propri prodotti.

Anche Is CLEAN AIR ha saputo ripensarsi per cogliere nuove opportunità l’occasione per mettersi in gioco e sviluppare nuove soluzioni, anche a servizio di un nuovo mercato, con soluzioni pratiche e differenzianti: quello dell’ healthcare, grazie ai vantaggi della tecnologia APA per i vantaggi che apporta alla salute umana ed in quanto è stata certificata anche come dispositivo medico di classe 1 -CE, e che si sta indirizzando per permettere di eseguire negli spazi d’applicazione anche la rilevazione dell’eventuale presenza di rischi di contaminazione (virus detection, fra cui lo stesso Covid – 19).

Al riguardo, abbiamo presentato diversi progetti pilota e di sperimentazione con l’obiettivo di acquisire i risultati di campo dell’attività di APA, dopo che a livello di analisi scientifica e di laboratorio è emerso palese l’effetto.

Con l’Eni, una delle più grandi aziende del nostro Paese, che si mostra sempre più attenta alle problematiche ambientali anche per la natura del suo stesso business, in particolare, abbiamo appena lanciato un importante progetto di Open Innovation in co – investimento, il quale mira a dimostrare la capacità di sanitizzazione degli spazi di lavoro grazie all’impiego della tecnologia APA.

Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?

Giuseppe Spanto: Decisioni difficili ve ne sono sempre, che sono prese sulla base delle migliori informazioni di cui si dispone. Abbiamo confermato molti aspetti delle strategie disegnate e del modello di business, abbiamo ripensato il mindset delle persone al lavoro ed aggiornato con profondità l’organizzazione, schedulato le attività ed i processi, rivisto le priorità ed aggiornato le direttrici di sviluppo, con grandi prospettive per le tendenze, i trend ed una nuova attenzione riguardo i problemi ed i costi che comporta una cattiva qualità dell’aria, anche alla luce della pandemia. Ora stiamo negoziando nuovi accodi, contratti e piani di servizio con i principali portatori d’interessi, stiamo proponendo l’impiego della tecnologia anche alle strutture pubbliche.

Alla fine dello scorso anno, mentre da una parte eravamo impegnati nelle fasi di consolidamento e di miglioramento delle nostre attività di start – up, ed avevamo appena ricevuto una nuova serie d’importanti riconoscimenti da “Il Sole 24 ore” e dal “Financial Times” (in quest’ultimo caso come una delle mille società a più alta crescita in Europa – n. 670, fra le 1.000 Fastest Growing Companies in Europe), a seguito della pandemia e dell’emergenza epidemiologica abbiamo frenato in corsa, ci siamo mantenuti in carreggiata e, ora, ci accingiamo a rilanciare il programma in una nuova veste primaverile, con l’obiettivo di mantenere le posizioni significative di leader globale nel comparto dell’air cleaning “a livello suolo”, sul lungo termine.

Abbiamo ampliato l’attività internazionale anche grazie a numerosi programmi, eventi e manifestazioni di networking “all digital”, grazie ai vantaggi delle piattaforme online che ci permettono di essere in diverse parti del mondo contemporaneamente e di metterci in diretto contatto con potenziali investitori e stakeholder interessati alle nostre innovazioni e che siano disposti a collaborare, ad essere parte attiva dell’utilizzo per migliorarle e svilupparle ulteriormente.

In questa fase siamo coinvolti in molteplici programmi internazionali di business development, nel nostro modello più che esportare prodotti trasferiamo know – how, competenze, intelligenze. E ci teniamo a sottolineare che non lavoriamo solo per meri fini economici: essendo partiti da una visione ed avendo investito molto di nostro siamo impegnati anche per creare valore diffuso e per coinvolgere quanti più soggetti possibili nell’interesse di tutti, riteniamo che la rivoluzione green sia inesorabile e fondamentale, a prescindere dal fatto che non la si guardi con particolare favore e grandi auspici.

Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e Is CLEAN AIR nel futuro?

Giuseppe Spanto: Con consapevolezza delle nostre capacità, del nostro impegno, di una chiara missione derivante da una straordinaria visione messa a fuoco e programmata, per l’attuazione, molti anni fa. Ne siamo orgogliosi. Siamo pure consapevoli delle difficoltà che ordinariamente s’incontrano, diciamo che gestiamo gli errori tollerabili rispetto agli errori attesi, e crediamo nel miglioramento continuo e sistematico grazie alla costanza ed al lavoro collaborativo.

Chiara Verderese: Io personalmente non sono molto ansiosa. Sono partita per Londra in piena pandemia a settembre u.s. ed ho cercato di non pensare a cosa sarebbe potuto succedere in caso mi fossi ammalata. Ho pensato: “Ho un’assicurazione sanitaria, ho degli amici a Londra su cui posso contare e poi la mia famiglia sarebbe in grado di scalare l’Everest per aiutarmi e mettermi in sicurezza ed in salvo, se occorresse”. Forte di queste cose sono partita, ho fatto tutto quello che volevo fare – pur nel rispetto delle regole – e ho vissuto a pieno un’esperienza che non dimenticherò mai nella vita.

Durante la premiazione del Master noi studenti abbiamo dovuto presentare un project work che comprendesse la fase lavorativa in Italia e quella svolta all’estero. C’è stato uno stupore generale per la quantità e qualità delle attività portate avanti con Is CLEAN AIR.

A cosa serve farsi prendere dall’ansia? Conosco tanta gente, anche miei amici carissimi, che non sono mai usciti di casa per paura del contagio e poi è bastato andare a fare la spesa per risultare positivi al tampone. La particolarità del virus è proprio questa… basta una minima situazione, anche non proprio di rischio e i giochi son fatti… e, allora perché vivere nella paura?

Socializzare, parlare, scambiare idee fa parte della mia vita e del lavoro e non posso di certo eliminare tutto questo per “paura” o “ansia”.

Poi, per fortuna esiste la tecnologia e ora ce ne siamo accorti tutti, o quasi, poiché in questo periodo ci sta davvero dando una grande mano. Siamo nel 2021 e per fortuna il progresso grazie alla mente umana si è evoluto tantissimo… cogliamo il meglio, sfruttiamone i benefici!

Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?

Giuseppe Spanto:  La tecnologia APA – Air Pollution Abatement è la prima tecnologia al mondo che agisce con efficacia per purificare l’aria a livello del suolo, dove le persone respirano, lavorano e vivono e che è realmente certificata e riconosciuta come BAT – Best Avalaible Technology da una ben precisa direttiva europea; si è mostrata unica per le applicazioni in campo, grazie alle caratteristiche, ai vantaggi competitivi, alla grande versatilità ed alla facilità d’impiego e d’utilizzo.

APA non adopera filtri, usa esclusivamente acqua e processi meccanici per purificare l’aria ed è applicabile praticamente dovunque, avendo mostrato scalabilità di soluzione e tipologia d’impianto (da piccoli sistemi a grandi impianti per ambiti industriali) e flessibilità e modularità d’impiego, anche nel corso del tempo.

Dispone di 24 brevetti già concessi nei principali Paesi industriali del mondo, un ampio know – how operativo, non presenta perdite di performance, ha limitati costi di gestione e manutenzione, si integra con altre tecnologie e prodotti e ne migliora l’impiego ed i risultati; insomma, presenta tantissimi vantaggi e risultati dimostrati e misurati, non solo raccontati o comunicati.
Peraltro, si colloca in un nuovo spazio di mercato nuovo, prima non esplorato, occupato in minima parte e con prodotti non performanti, per molti versi oserei dire scadenti. I campi di applicazione sono molteplici, negli spazi industriali e produttivi, negli edifici, negli uffici, nelle scuole, negli spazi urbani e così via, sia indoor sia outdoor.

È dunque, in pratica, una piattaforma smart, modulare, multi – forma e multi – funzione che cattura ed elimina efficacemente PM (unica tecnologia al mondo efficace sulle nano – polveri), metalli pesanti, IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), Idrocarburi leggeri, NOx e SOx, CO e CO2, Ozono, pollini, spore, inquinanti industriali. Si mostra efficace anche per ridurre la permanenza nell’aria di sostanze e micro-organismi nocivi e la concentrazione dei virus e dei batteri, quali il SARS COV 2 che provoca il COVID – 19, che in pratica sono trasportati e veicolati dal particolato e dagli inquinanti fondamentalmente.

Abbiamo avviato delle attività specifiche di certificazione, in questo senso, con Istituti di ricerca di Università di livello mondiale, siamo oramai confidenti delle unicità e dell’enorme valore aggiunto di APA, è solo una questione di breve tempo dimostrarlo puntualmente.

Per approccio, ed è come abbiamo fatto sinora, siamo abituati prima a fare, realizzare, dimostrare e verificare e, solamente dopo sulla base di dati oggettivi e certi, pensiamo a divulgare e comunicare.

V’è da dire che il mercato degli apparati per la purificazione dell’aria è attualmente dominato da prodotti con filtri HEPA (High Efficiency Particulate Arrestance) e, tuttora, non si palesa un player dominante nel comparto «aria ambiente» in cui opera APA, cioè a livello suolo ed in modo distribuito, non necessariamente installato sui punti d’emissione / sorgenti degli inquinanti; il sistema APA, come abbiamo evidenziato, è first mover e detiene numerosi vantaggi competitivi in primis il fatto che ha costi complessivi di gestione decisamente inferiori rispetto a tecnologie e prodotti “competitor” (Total Cost of Ownership – TCO ridotto) e come abbiamo posto in evidenza, in particolare:

  • consumi d’energia tra 5 e 7 volte inferiore alla media (sino a 10 volte);
  • ridotta frequenza di manutenzione ed interventi fisici limitati;
  • il sistema ho dimostrato di poter essere efficacemente impiegato sia in ambienti chiusi sia in spazi outdoor;
  • APA è versatile, può cambiare forma e/o lavorare in contemporanea con i prodotti esistenti ovvero con altre soluzioni, in integrazione, per incrementare l’efficacia dei sistemi tradizionali, ottimizzare e ridurre i relativi costi di gestione e manutenzione.

La penetrazione sul mercato di prodotti e soluzioni differenti, attualmente basati su tecnologie molto distanti dalle cosiddette BAT – Best Available Technologies, come è invece qualificata APA dalla Direttiva EU IPCC 2008/1/CE), è relativamente bassa ed è stimata intorno al 5% circa. Quindi, il reale mercato aggredibile per APA è enorme, anche in forza del modello di business orientato su filiera, e date le caratteristiche e la versatilità delle soluzioni si riconduce a misure di comparto molto più ampie ed in continua espansione, con l’emergere di nuovi bisogni ed esigenze anche a seguito della pandemia da COVID – 19. Pertanto, il Total Addressable Market per APA risulta essere un mercato pari quasi al 100% del mercato aggredibile proprio perché è una tecnologia integrativa, unica al mondo, con diverse soluzioni idonea per applicazioni estensive e che non possiede reali competitor rilevanti. In tal senso, vi sono anche evidenze d’analisi tecnologica condotte da soggetti terzi indipendenti.

Se si considera, inoltre, l’efficacia che APA ha sull’abbattimento delle particelle che trasportano il Coronavirus, si può ancora di più confermare le grandi potenzialità di business a livello mondiale. Come pensiamo di superare la concorrenza?

Semplicemente siamo più avanti di molto, con un territorio inventivo coperto in maniera ampia e ben presidiato con i nostri brevetti acquisiti in concessione ed un vasto know – how generato nelle numerose applicazioni in ambiente reale. Intendiamo puntare con forza e flessibilità sulla nostra Unique Value Proposition – UVP, in quanto le azioni e le precedenti tecnologie di contrasto all’inquinamento dell’aria ambiente ed all’abbattimento delle sostanze nocive proposte sul mercato, sinora, si sono rivelate decisamente inefficaci; e, domani, troveranno il campo già occupato dai nostri brevetti e dai nostri diritti d’anteriorità.

Le sue considerazioni finali su questa emergenza?

Chiara Verderese: L’auspicio è che generi e consolidi maggiore consapevolezza nelle persone, non è più rimandabile adottare comportamenti responsabili da parte di tutti, in maniera incisiva e reale, non solo dichiarazioni d’intenti: persone, imprese, pubblica amministrazioni, istituzioni; bisogna agire sulle cause, incidere sugli effetti, esprimere contributi per migliorare la qualità della vita, l’ambiente ed anche se può apparire ovvio, però è oramai comprovato ed innegabile che da decenni e decenni di comportamenti errati e poco rispettosi della natura e dell’ambiente stiano provocando stravolgimenti che impattano sulle nostre vite e la salute del mondo.

Per quanto riguarda la situazione economica, beh, vi è da pensare a nuove soluzioni, e quello che suggeriscono a tutte le Start Up e PMI è di non arrendersi mai.

Per superare l’emergenza bisogna essere tenaci, resilienti e creativi, e noi italiani siamo davvero molto bravi in questo. Dobbiamo essere versatili e capaci di adattarci a qualsiasi situazione e contesto. D’altra parte, bisogna puntare sui giovani perché loro daranno lo spirito e le idee giuste per trovare nuove vie ed idee di sviluppo e permettere d’uscire da ogni possibile situazione di stallo.

Non bisogna avere paura del cambiamento e da parte mia ho smesso di contare ormai le volte in cui ho sentito dire da imprenditori e CEO anche di aziende molto importanti: “Ma noi abbiamo sempre fatto così!”. Questa frase è a mio parere sbagliata, spesso ancora a posizioni e cliché obsoleti, talvolta anche creando problemi all’azienda ed alle persone che vogliono crescere e, soprattutto in questo periodo storico, va evitato!!!

Non si abbia paura di cambiare e innovare e facciamo conoscere il genio e la mentalità italiana a tutto il mondo. Sottolineo che, per quanto io sappia, gli altri paesi ci stanno prendendo come modello per gestire la pandemia in atto. Io sono sicura che potremmo ispirare, proporre ed insegnare al mondo tantissime altre cose.

Link utili:

www.iscleanair.com

 

Kokou Adzo is the editor and author of Startup.info. He is passionate about business and tech, and brings you the latest Startup news and information. He graduated from university of Siena (Italy) and Rennes (France) in Communications and Political Science with a Master's Degree. He manages the editorial operations at Startup.info.

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