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Intervista a Claudia Bettiol, Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori e Fondatrice di Discoverplaces
Discoverplaces.travel è una rivista di promozione turistica e una casa editrice, dei piccoli borghi Italiani e delle meraviglie del nostro mondo.
Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questa fase 3 dell’emergenza COVID-19?
Claudia Bettiol : Stiamo benissimo, anzi non siamo mai state così bene. Abitare in campagna e avere la sede sotto casa a livello del giardino sicuramente aiuta. Con la mia redazione abbiamo imparato a lavorare a distanza e ci siamo trovate così bene che abbiamo deciso di lavorare in smart working anche ad emergenza passata. Oggi ci incontriamo dal vivo una o due volte a settimana per riunioni ‘creative’. In effetti la creatività si sviluppa in modo imprevisto, magari nella pausa caffè o chiacchierando di qualcosa di improbabile.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce Discoverplaces?
Claudia Bettiol : Ho una storia personale molto complessa e sono certamente una persona curiosa, al punto che oltre la laurea in ingegneria ho 4 master e un dottorato di ricerca. E continuo a studiare anche in altri campi, ad esempio oggi seguo un corso da sommelier.
Con questa attitudine caratteriale spinta alla ricerca e con la formazione da ingegnere che mi fa essere pragmatica, il meglio della mia attività lavorativa lo esprimo nella consulenza strategica e nella individuazione di scenari futuri.
Sapere quello che accadrà da una grande vantaggio competitivo nel medio periodo. Infatti nell’immediato si appare come visionari o folli, ma innovare continuamente porta vantaggi nel medio periodo. Continuare ad innovare poi permette il successo di una impresa.
In particolare discoverplaces.travel nasce dall’analisi che i territori minori (piccoli paesi ma anche luoghi delle città d’arte fuori dal circuito del turismo di massa) erano poco raccontati e per questo non visibili al turismo indipendente.
Consideriamo che oggi la percentuale del ‘turismo indipendente’, cioè quello che si organizza il viaggio da solo, è dell’80% in occidente e del 50% in Cina. Quindi parliamo della maggior parte dei viaggiatori.
C’è poi da rilevare che il nostro paese Italia non è più attrattiva per i giovani e che la durata media del soggiorno anche nelle grandi città d’arte è decisamente inferiore a quella delle altre capitali del mondo. Inoltre i turisti difficilmente tornano nel nostro paese, soprattutto nel confronto con le altre città Europee.
Come innova Discoverplaces?
Claudia Bettiol : La nostra azienda ha un centro studi che analizza costantemente le dinamiche del mondo del turismo: dai trend numerici alle dinamiche dei social e del web.
Per noi innovare significa riuscire a capire quale sia la strategia e la tattica con cui ogni territorio può diventare un attrattore del turismo indipendente.
Considerate una cosa molto strana: la Spagna non considera l’Italia un competitor da un punto di vista turistico. E questo perché il nostro paese spesso ‘non compete’ alla ricerca dei turisti ma aspetta passivamente il loro arrivo.
Noi innoviamo creando costantemente le dinamiche di trasformazione socio-economica dei territori e il modo in cui rendere attrattiva la cultura.
Noi abbiamo studiato e compreso le dinamiche del turismo e possiamo offrire servizi di altissimo livello.
Durante il COVD abbiamo progettato una nuova APP/Social Network mutuata proprio dalle dinamiche emerse.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito la vostra attività e come state affrontando questa crisi?
Claudia Bettiol : Il COVID ha cambiato tutti i comportamenti sociali delle persone e il turismo è certamente il settore più colpito. Paradossalmente la nostra impresa ha guadagnato, anche se per il momento soprattutto in reputazione e in un allargamento delle nostre proposte lavorative.
Il turismo nel futuro vedrà sempre di più un intreccio tra umanesimo e tecnologia e bisogna avere competenze in entrambi i settori per poter creare nuove strategie di attrattività dei nostri territori.
Oggi è aumentato il numero di proposte di assistenza allo sviluppo territoriale.
Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?
Claudia Bettiol : La prima cosa è stata decidere se chiudere o innovare. Abbiamo trovato un Business Angel che ha accettato la nostra sfida credendo che il Covid sarebbe stato per noi una opportunità.
E così è stato. Abbiamo lanciato il contest #IlFuturoNelleNostreRadici e in poco tempo ci siamo allargate a tutta Italia (prima eravamo focalizzate nel Lazio). Abbiamo stretto collaborazioni con operatori turistici di altre regioni e poi ci siamo internazionalizzate.
Grazie al nostro Premio Town Ambassador siamo arrivate in Canada e Scozia e con il contest siamo arrivate in Cina.
La Cina merita un pensiero a parte. Il CPAFFC (Chinese People’s Association for Friendship with Foreign Countries) ha aderito al nostro bando assieme all’Istituto Italiano OBOR (One Belt One Road).
Ci hanno appena comunicato che le città cinesi che hanno aderito sono:
Shanghai, Guangzhou, Chengdu, Xian, Chongqing, Suzhou, Nantong (Jiangsu Province), Jingdezhen (Jiangxi Province), Huzhou (Zhe Jiang Province), Huangshan (Yellow Mountain City, Anhui Province), Guiyang (Guizhou Province), Yangzhou (Jiangsu Province).
Non male per una piccola impresa italiana?
Come gestite lo stress e l’ansia in questa fase 3 dell’emergenza e come vi proiettate, voi stessi e la vostra azienda nel futuro?
Claudia Bettiol : Non abbiamo avuto stress ma l’eccitazione di iniziare un nuovo progetto e di lavorare su qualcosa con un forte valore etico.
Avevamo previsto la situazione del turismo e lavorare per far conoscere al mondo i nostri paesi e per ricordare e ribadire il nostro valore al mondo.
Ci siamo sentite come ‘missionarie’ che cercavano di aiutare i nostri territori e quindi tutte le piccole imprese che vi lavorano.
Uso il femminile perché siamo tutte donne e stare a casa ha permesso di stare anche vicino ai nostri bambini e aiutarli nella loro formazione a distanza.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Claudia Bettiol : Siamo arrivate in Cina… quanti possono dire che una città come Shanghai ha aderito ad una nuova proposta?
Abbiamo anche aperto profili sui social cinesi e stiamo avviando collaborazioni con blogger ed influencer cinesi.
Credo che a questo punto con la nuova piattaforma che abbiamo commissionato e la APP per cui stiamo partecipando ad un bando non abbiamo bisogno di altro.
Infatti abbiamo trovato il nostro Business Angel.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Claudia Bettiol : Direi che dovremo seguire il proverbio cinese dove ‘ogni emergenza è una opportunità’ e tutte le imprese che hanno avuto questo atteggiamento oggi hanno trovato altri modelli di business.
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