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Coronavirus e Start up: 770 candidature sul sito del Ministero dell’Innovazione
Questa settimana sono state registrate 770 candidature sul sito del Ministero dell’Innovazione da parte di start up e università che hanno ideato delle tecnologie per contenere la diffusione del Coronavirus e agevolare la comunicazione fra le autorità e i cittadini. Queste innovative tecnologie hanno inoltre come obbiettivo quello scongiurare nuovi picchi nella fase in cui si potrà allentare il lockdown del Paese.
Tutte le candidature ricevute sul sito del ministero dell’Innovazione verranno esaminate da una task force di tecnici ed esperti. Quest’ultimi valuteranno l’uso delle tecnologie più utili e il loro rispetto della privacy. Molti progetti e idee si basano sul contact tracing, ovvero il tracciamento degli incontri delle persone positive nei giorni precedenti alla diagnosi.
Applicazioni utili proposte contro il Coronavirus
La start up italiana Webtek, che presto inizierà ad effettuare un test in Umbria, ha deciso di utilizzare la localizzazione GPS degli smartphone. L’azienda, a tal proposito, ha creato l’applicazione StopCovid19 che invia i dati a un sistema di business intelligence, il quale a sua volta fornisce i risultati alle autorità competenti. L’applicazione non traccia tutti i movimenti, ma solo i punti di incontro.
L’app della start up Vetrya, invece, sfrutta la funzione Bluetooth per far dialogare gli smartphone con i dispositivi vicini. L’applicazione, attraverso una piattaforma, è in grado di elaborare i dati e di fare analisi predittive per scartare gli incontri frequenti.
Il gruppo italiano Defcon12 ha lanciato CovidGuard, un’applicazione che lascia le informazioni sul telefonino e propone di mostrarle fisicamente alle autorità nel caso in cui si venga fermati. Tra le altre app ideate da start up italiane troviamo anche Visitamiapp, un prezioso ausilio che permette le visite in remoto con i medici e la localizzazione di pazienti sintomatici ma non ancora testati. Visitamiapp contribuisce quindi all’individuazione dei casi sommersi.
Ora bisognerà solo capire se il download di tutte queste app sopra citate dovrà essere volontario o meno. “Personalmente sono più vicina a un’idea di una soluzione che non sia obbligatoria, ma una decisione del genere deve essere presa a livello di governo”, ha commentato la ministra dell’Innovazione Paola Pisano. Non ci resta che attendere i prossimi sviluppi.
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