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Coronavirus, il discorso di Conte del 21 Marzo per annunciare le nuove misure anti contagio
Dopo ore di pressioni, il premier ha parlato alla nazione in diretta dalla sua pagina Facebook. Chiuse fino al 3 aprile le attività produttive che non sono di prima necessità. Aperti supermercati, farmacie e parafarmacie.
“Sin dall’inizio, ho scelto la linea della trasparenza e della condivisione. Ho scelto di non minimizzare, di non nascondere la realtà che ogni giorno è sotto i nostri occhi. Ho scelto di rendere tutti voi partecipi della sfida che siamo chiamati ad affrontare. È la crisi più difficile che il Paese sta vivendo dal secondo dopoguerra. In questi giorni durissimi siamo chiamati a misurarci con immagini e notizie che ci feriscono, che ci lasciano un segno che rimarrà sempre impresso nella nostra memoria anche quando questo ci auguriamo presto sarà finito”, afferma Giuseppe Conte.
Ha parlato delle vittime e dei decessi che gli italiani si trovano ad affrontare per quella che è una crisi senza precedenti. “La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova. Questi decessi per noi, per i valori con cui siamo cresciuti, per i valori che ancora oggi condividiamo non sono semplici numeri. Quelli che piangiamo sono persone, sono storie di famiglie che perdono gli affetti più cari”.
È poi passato a parlare dei provvedimenti già in vigore e poi di quelli che siamo costretti ad affrontare a partire da oggi :
“Le misure sin qui adottate, l’ho già detto, richiedono tempo prima che possano spiegare i loro effetti. Dobbiamo continuare a rispettare tutte le regole, con pazienza, con responsabilità, con fiducia. Sono misure severe, ne sono consapevole. Rimanere a casa, rinunciare a radicate abitudini non è affatto facile. Ma non abbiamo alternative. In questo momento dobbiamo resistere. Perché solo in questo modo riusciremo a tutelare noi stessi e a tutelare le persone che amiamo.
Il nostro sacrificio di rimanere a casa è peraltro minimo se paragonato al sacrificio che stanno compiendo altri cittadini: negli ospedali e nei luoghi cruciali per la vita del Paese c’è chi rinuncia, chi rischia molto di più. Penso in particolare innanzitutto ai medici, agli infermieri, ma anche alle forze dell’ordine, alle forze armate, agli uomini e alle donne della Protezione civile, ai commessi dei supermercati, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai lavoratori dei servizi pubblici e anche dei servizi dell’informazione. Donne e uomini che non stanno andando semplicemente a lavorare, ma compiono ogni giorno un atto di grande responsabilità verso l’intera nazione. Compiono un atto d’amore nei confronti dell’Italia intera”.
Conte ha quindi annunciato il nuovo passo che il governo ha deciso di compiere :
Fino almeno al 3 aprile, le attività produttive non essenziali sono quindi interrotte. E al di fuori di queste, sarà consentito “solo lo svolgimento di lavoro in modalità smartworking e consentiremo solo le attività produttive ritenute comunque rilevanti per la produzione nazionale”. Ha specificato che i supermercati, i negozi di genere alimentari e di generi di prima necessità continueranno a restare tutti aperti. “Invito tutti a mantenere la massima calma. Non c’è ragione di fare corse agli acquisti“.
Infine il Premier ha concluso il suo discorso, ribadendo la presenza delle istituzioni nonostante i momenti di grande difficoltà collettiva: “L’emergenza sanitaria, ma lo avevamo previsto, sta tramutando in piena emergenza economica. Ma a voi tutti dico: lo Stato c’è. Lo Stato è qui. Il governo interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa. Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione del bene più importante, la vita. Se dovesse cedere anche un solo anello, questa catena verrebbe meno e saremmo esposti a pericoli più grandi, per tutti. Quelle rinunce, che oggi ci sembrano un passo indietro, domani ci consentiranno di prendere la rincorsa e di ritornare nelle nostre fabbriche, nei nostri uffici, fra le braccia di parenti e di amici. Stiamo rinunciando alle abitudini più care, lo facciamo perché amiamo l’Italia, ma non rinunciamo al coraggio e alla speranza nel futuro. Uniti ce la faremo“.
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