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Intervista a Daniele Pavarin, CEO di T4i : Azienda che fa “danzare” i satelliti

Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questa fase dell’emergenza COVID-19?
Daniele Pavarin : Fortunatamente fino ad ora tutti bene, siamo scrupolosi nel rispettare le norme comportamentali e cerchiamo di vivere per quanto possibile in modo normale.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce T4i?
Daniele Pavarin : La mia passione per la propulsione nasce in un momento un po’ buio della mia carriera universitaria come ingegnere meccanico nella quale non mi ritrovo materie che stavo studiando. Poi, dopo quasi due anni di crisi in cui stavo anche meditando di iscrivermi a Fisica, scopro quasi per caso la propulsione spaziale, che mi affascina immediatamente perché è un mezzo per aprire orizzonti, estendere i confini, cambiare i punti di vista.
Ho iniziato il mio dottorato di ricerca nel 1997, in un momento in cui non c’erano competenze sulla propulsione spaziale all’università di Padova e in cui questa attività era considerata completamente estranea rispetto al panorama di attività che si sviluppavano. Tuttavia, poiché la vita è troppo breve per non seguire una vera passione, e dopo un’esperienza intrigante nello sviluppo da zero di acceleratori di ipervelocità, il mio primo lavoro, ho avuto la possibilità di lavorare all’Oak Ridge National Laboratory in Tennessee, sul programma VASIMR un motore al plasma per portare gli uomini su Marte in mendo di 90 giorni. Una volta tornato a casa, ho deciso che avrei passato il resto della mia vita a sviluppare propulsori.
Dopo dieci anni di lavoro di successo nel campo dell’ipervelocità, ancora una volta da zero, ho quindi fondato il gruppo di propulsione spaziale del Centro di Ateneo per gli Studi e le Attività Spaziali CISAS (G.Colombo) e del Dipartimento di Ingegneria Industriale entrambi dell’Università di Padova. Con diversi ex studenti, che ora sono i miei migliori colleghi, abbiamo sviluppato nuove tecnologie e infine abbiamo costruito diversi motori. Nel 2014 ho capito che l’unico modo per andare davvero avanti e volare nello spazio era fondare un’azienda e affrontare il mercato reale. È qui che è nata T4i di cui sono uno dei fondatori e Amministratore Delegato. Ho deciso dopo molte perplessità di guidare questa realtà della quale all’inizio ero responsabile tecnico perché ho realizzato che solo chi ha lottato ogni giorno per realizzare i propri sogni può avere l’inesorabile determinazione per condurre le persone verso l’ignoto.
Come innova T4i?
Daniele Pavarin : La missione di T4i è “fare danzare i satelliti” cioè sviluppare soluzioni propulsive innovative per la movimentazione in orbita e l’accesso allo spazio delle piccole piattaforme satellitari. Sviluppiamo propulsori elettrici e propulsori chimici costruiti sulle esigenze e le necessità dei micro satelliti. Il nostro team proviene dalla Ricerca e Sviluppo, il che significa che ogni giorno le persone si svegliano al mattino consapevoli che avranno problemi da risolvere che probabilmente nessuno ha mai risolto prima e avranno solo una giornata per farlo. Innoviamo pensando fuori dagli schemi, studiando il passato, studiando i nostri competitor, mettendoci ogni giorno in discussione per miglioraci con l’unico obbiettivo di sviluppare sistemi da volo competitivi.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito T4i e come state affrontando questa crisi?
Daniele Pavarin : Dato che molte della nostra attività si svolge in laboratorio, la pandemia ha modificato parecchio il nostro iter lavorativo, specialmente nel primo periodo di “lockdown”, tra chi ha dovuto portarsi la strumentazione a casa, trasformando il salotto in un laboratorio di test di propulsione, e chi ha passato giorni a confrontarsi su Teams/zoom/ Skype per consentire alle attività di non fermarsi. Fortunatamente siamo un team che di norma è abituato ogni giorno a risolvere problemi che probabilmente nessuno ha mai risolto prima. Questa determinazione ci ha dato la prontezza di affrontare queste criticità cercando di cogliere l’opportunità di migliorare i metodi e i processi di lavoro, sfruttando il telelavoro per rendere più snelle alcune attività di gruppo. Abbiamo cercato di mantenere la convivialità, indispensabile in un gruppo affiatato, avviando ad esempio una serie di colazioni virtuali chiamate “T4Coffee” dove condividere mezz’ora di “chiacchiere” con i colleghi online.
Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?
Daniele Pavarin : Fortunatamente fino ad ora la nostra azienda è stata sufficientemente snella da non risentire troppo delle criticità dovute al Covid-19. Certamente abbiamo dovuto ridurre drasticamente molte attività di marketing sospendendo i viaggi all’estero, abbiamo subito un grave ritardo nel volo del nostro primo dimostratore, ma abbiamo stretto i denti preparandoci al futuro.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e T4i nel futuro?
Daniele Pavarin : La situazione è certamente difficile perché oltre alle incertezze lavorative si aggiungono per ciascuno di noi le incertezze connesse alla vita di tutti i giorni che coinvolgono noi e le nostre famiglie. Gestiamo questa situazione mantenendo giorno per giorno la concentrazione su quello che dobbiamo fare, fissandoci degli obbiettivi quotidiani, settimanali e mensili. In parallelo analizziamo continuamente i nuovi possibili scenari, strutturandoci per anticiparli e per farci trovare pronti.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Daniele Pavarin : I principali competitors a livello Europeo che sviluppano come T4i sistemi propulsivi per nanosatelliti e microsatelliti. I principali sono Thrust-me ed Exotrail in Francia e Enpulsion in Austria. La nostra azienda si differenzia per l’ampiezza del portafoglio tecnologico che per gamma di prodotti in fase di sviluppo non ha eguali in Europa e pochi nel mondo. A differenza dei nostri competitor abbiamo seguito una strada di crescita lenta e robusta, senza grosse esposizioni finanziarie privilegiando la concretezza e i passi robusti e misurati, in altre parole sognando lo spazio ma con i piedi per terra.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Daniele Pavarin : Personalmente affronto i momenti critici convinto che non potendo cambiare quello che ci è successo sia necessario sfruttare ogni situazione per migliorarsi. La storia ci insegna che gli eventi drammatici non hanno solo un impatto negativo, l’uomo nelle condizioni di difficoltà è in grado di esprimere il meglio di sé. Questa esperienza sta evidenziando le grandi fragilità della nostra società ma anche la sua incredibile capacità di esprimere eccellenza quando si mettono da parte le divisioni e ci si focalizza sulla scienza e sulla tecnologia. Spero che questa esperienza ci porterà a riflettere di più sulle vere priorità, e che saremo in grado di trarne importanti insegnamenti rivolti ad una maggior sostenibilità della nostra vita.
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