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Ecco Donato De Ieso, CEO & Founder di Dilium: La Start-up innovativa che sviluppa software, native app e siti web in Realtà Aumentata
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Donato De Ieso: Dilium è una startup innovativa nata nel marzo 2017 dopo aver conosciuto due studenti particolarmente brillanti durante la mia carriera di docente. Da un progetto universitario sulla Realtà Aumentata nel novembre 2016 commissionata da una importante azienda nel settore retail, abbiamo intrapreso questa avventura che giorno dopo giorno continua ad entusiasmarci. Dopo anni passati tra docenze e consulenze in svariate agenzie digitali e cattedre precarie in Istituti Superiori insegnando Tecnologie e Sistemi Informatici, ho colto la palla al balzo per intraprendere una nuova carriera, quella imprenditoriale, insieme ai miei studenti (ora soci). Oggi posso dire di aver fatto la mia scelta. Oggi posso dire di aver fatto la mia scelta migliore.
Come innova Dilium?
Donato De Ieso: Costruiamo percorsi condivisi con i nostri clienti per sviluppare delle soluzioni o cercare nuovi approcci digitali e innovativi a problemi o sfide che il mondo di oggi pone alle aziende. In altri casi invece, forniamo le nostre soluzioni di Tecnologie di Frontiera (Realtà aumentata, A.l e blockchain) ad aziende già strutturate che cercano un prodotto digitale, tecnologico, specifico. In questi casi forniamo i nostri prodotti e un servizio di assistenza e customizzazione che in seguito genera sempre innovazione. Partecipiamo inoltre a diversi bandi sul territorio nazionale ed internazionale su progetti di digital innovation.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Dilium e come state affrontando questa crisi?
Donato De Ieso: Come tutte le attività abbiamo vissuto momenti di incertezza fisiologica. Momenti di timore. Nonostante tutto abbiamo affrontato con il miglior spirito possibile questo momento che si è rivelato una grande opportunità per poter programmare, organizzare e definire meglio i percorsi di sviluppo già avviati con nostri clienti proponendo diversi servizi per supportare le aziende in questo momento di difficoltà.
Avete dovuto prendere decisioni difficili ? E quali sono le lezioni apprese?
Donato De Ieso: Direi che abbiamo dovuto prendere decisioni. Non sono state decisioni difficili ma straordinarie proprio come il momento. E questa, è stata la lezione appresa che ha avuto un impatto su tutta l’organizzazione. Crediamo che sia importante in questi momenti riuscire a comunicare chiaramente al fine di ridurre le potenziali resistenze ad un cambiamento indubbio.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e Dilium nel futuro?
Donato De Ieso: Abbiamo attuato in maniera ancora più decisa una pratica aziendale che ci vede impegnati in attività extra lavorative ogni venerdì. Lo chiamiamo “il giorno da disagio di sviluppo” è una vera e propria valvola di sfogo in cui la condivisione delle varie passioni e attività ci permette di gestire adeguatamente i livelli di stress creando molto spesso idee ed innovazione.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Donato De Ieso: I nostri competitor sono su palcoscenici internazionali con dinamiche diverse e in questo momento, dati i vincoli e le risorse, siamo consapevoli che il nostro obiettivo non è “Superare la concorrenza” bensì “Essere differenti dalla concorrenza”. Per fare ciò dedichiamo molto tempo al “pixel perfect” e all’attenzione di tutti i prodotti e servizi che rilasciamo un po’ come un sarto per confezionare un abito su misura. Questo nostro obiettivo è realizzabile con un’attività di differenziazione dell’offerta capace di soddisfare nicchie di mercato altrimenti non servite e spesso poche contente del risultato finale.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza.
Donato De Ieso: Spero che si riesca a debellare quanto prima questo virus e spero anche che certe pratiche e necessità non restino appannaggio della situazione emergenziale del virus (mi riferisco alla necessità di adottare nuovi strumenti digitali o utilizzare nuove forme di lavoro).