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“Ogni cambiamento ha in seno il seme della rinascita”. Intervista a Emy Morelli, CEO di MUMO
MUMO è una start up innovativa, spin off dell’Università di Camerino, che si occupa di marketing sensoriale.
Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questo periodo di emergenza COVID-19?
“Noi stiamo tutti bene, fortunatamente l’emergenza COVID-19 non ci ha toccato di persona. Ma posso dire di aver vissuto il periodo della quarantena come un momento surreale. Tutto il mondo fuori appeso ad un filo, tutto il mio mondo dentro in sospeso. Credo che tutti siamo stati colpiti da una sorta di trauma collettivo, di punto in bianco siamo stati catapultati in una dimensione parallela che all’improvviso ci ha cambiato la vita. C’è chi ha pagato un prezzo altissimo perdendo gli affetti, perdendo l’attività, perdendo le speranze. C’è chi invece è stato più fortunato e nel disastro ha provato a ritrovare sé stesso, non so onestamente con quanto successo, ma almeno ci ha provato. E’ stata una situazione molto simile a quella che noi del Centro Italia abbiamo vissuto con il terremoto del 2016. Ci sono eventi che arrivano senza preavviso, fanno a pezzi la tua quotidianità e le tue certezze, per poi andarsene lasciandoti in mano polvere e macerie. Ti ritrovi con la tua vita trasformata in uno scatolone di mattoncini. Lego: sta a te avere la forza di sederti, togliere il coperchio e tornare a ricostruire “.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale ?
“Io sono laureata in Economia dei Mercati Finanziari, la mia strada era tracciata: in banca o in una azienda. Ma ad un certo punto del mio percorso mi sono resa conto che avevo bisogno di dare libero sfogo alla mia parte creativa. Fin da bambina ho avuto un forte senso artistico che ho potuto esprimere in molti modi, ma si sa che quando si parla di lavoro, bisogna fare le persone “serie”.
La società ci vuole incasellati in ruoli fissi, con scadenze ben definite e tappe di vita necessaire. Questo ci porta a fare scelte che non ci fanno felici e quando ormai è troppo tardi possiamo solo portarci dentro il peso dei rimorsi e dei rimpianti. Non era quello che volevo per me, così ho deciso di cambiare tutto all’improvviso. Ho sempre avuto una grandissima passione per i profumi e una grandissima sensibilità agli odori, non a caso il nome dell’azienda è “MUMO“, cioè come pronunciavo la parola profumo da piccola. La mia formazione non era quella del creatore di fragranze, ma volevo comunque fare qualcosa all’interno di questo settore. Così mettendo insieme le mie passioni e le mie competenze ho scoperto il mondo della comunicazione olfattiva: utilizzare il senso dell’olfatto per coinvolgere le persone nel profondo della loro psiche e legare le loro emozioni a luoghi, eventi, brand, prodotti, ecc. E così è nata l’azienda. Start up innovativa e spin off dell’Università di Camerino. Insieme alla mia collega Roberta Grifantini, abbiamo portato sul mercato un concept nuovo di marketing olfattivo, basato non solo sulla sensibilità creativa ma anche e soprattutto sulla ricerca scientifica”.
Come innova la vostra azienda?
“La parola innovazione può significare molte cose, ogni tipologia di attività ha i suoi specifici percorsi di innovazione che possono andare dalla progettualità messa in campo alle tecnologie utilizzate. Attualmente vorremmo spingere l’approccio scientifico ad un livello più alto, cercando di capire la connessione profonda tra stimolo olfattivo e risposta celebrale, in modo da dare ai clienti una risposta sempre più esaustiva ed oggettiva su quale sia il giusto mix di ingredienti olfattivi da utilizzare per enfatizzare e sostenere le strategie di customer ed employee engagement”.
In che modo la pandemia da COVID-19 colpisce la vostra attività e come state affrontando questa crisi?
“Dal punto di vista aziendale, abbiamo cercato l’opportunità di mercato data dalle nuove esigenze. Nello specifico ci siamo concentrati su due questioni:
– il disagio di indossare mascherine in ambienti chiusi per diverse ore
– la necessità di avere ambienti con qualità dell’aria migliore possibile
Per quanto riguarda la prima esigenza abbiamo ideato un prodotto che accanto alla semplice funzione igienizzante ha anche azione aromaterapica. Le mascherine tolgono il senso dell’olfatto e opprimono la libertà respiratoria, attraverso l’utilizzo di miscele appositamente studiate il prodotto aiuta a minimizzare queste sensazioni di disagio e a sfavorire l’insorgenza di problemi emotivi e psicologici.
In merito invece alla seconda esigenza siamo partiti dal fatto che da adesso in poi si presterà maggiore attenzione all’igiene nei luoghi pubblici e privati e la qualità dell’aria avrà un ruolo importantissimo. A tal proposito abbiamo la possibilità di aggiungere alla formulazione dei brand olfattivi anche ingredienti, olii essenziali, con proprietà antibatteriche e antifungine, per rendere più sicuri gli ambienti chiusi”.
Avete dovuto fare delle scelte difficili in questa situazione di emergenza ? E quali sono le lezioni apprese?
“Non abbiamo avuto particolari disagi nel gestire lavorativamente la situazione, a parte un rallentamento generale dei lavori che è stato comune a tutti. La principale lezione che abbiamo appreso è quella di imparare a guardare le singole situazioni con occhi diversi, andare oltre, seguire il flusso del cambiamento adattandosi alle circostanze, senza radicalizzarsi. Ogni crisi porta cambiamento, ogni cambiamento ha in seno il seme della rinascita: tutto è ciclico, fa parte della vita, della natura, del nostro stesso essere sia come individui che come società”.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo e come vi proiettate, voi stessi e la vostra azienda nel futuro?
“Siamo pronti per accogliere con entusiasmo ogni sfida e ogni progetto, abbiamo avuto la fortuna di incontrare partner importanti che ci stanno sostenendo in questa fase di crescita e soprattutto di maturazione delle nostre capacità. Siamo molto grati”.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
“Abbiamo un modo particolare di pensare alla concorrenza: ogni competitor può essere un maestro ed un partner. Il mercato è un network di competenze ed opportunità che possono essere condivise per arricchire l’esperienza di tutti. Bisogna mettersi nell’ottica che siamo tutti più forti se ‘aggiungiamo’ uno all’altro invece di ‘togliere’ “.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
“Spero che l’emergenza abbia risvegliato un po’ di coscienze in giro, se così non fosse peccato, era l’occasione giusta”.
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