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Igor Toscani ci parla di CheckBonus: Strumento di drive to store usato dai principali retailer italiani
Come state, lei e la sua famiglia?
Igor Toscani: Ora bene. Sono stato uno dei fortunati che ha vissuto il Covid in modo totalmente asintomatico, anche se questo mi ha obbligato a stare in isolamento per diverse settimane in attesa della negatività del tampone, proprio per proteggere al meglio la mia famiglia che, per fortuna, non è stata coinvolta in alcun modo. In questo periodo mi sono reso veramente conto dell’enorme vantaggio che ho nell’avere un lavoro che posso svolgere in qualsiasi angolo del mondo: un pc, un telefono, una connessione e l’immancabile caffè, e ho il mio ufficio.
Ci parli di lei e della sua carriera.
Igor Toscani: Mi sono laureato nel 2001 con Lode al Politecnico di Milano dove ho svolto attività di ricerca nel campo della fotonica, prima di passare nel mondo dell’industria come consulente IT. La mia esperienza nel settore digital inizia nel 2009, al termine dell’MBA conseguito in Bocconi, quando entro come direttore commerciale e marketing a far parte dello staff di Premiaweb, editore internet il cui successo culmina con le exit dei diversi prodotti editoriali appartenenti al gruppo e realizzate a cavallo tra il 2016 e il 2017; a seguito di questo, verso fine 2017 entro in CheckBonus, diventandone Ceo.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito CheckBonus e come state affrontando questa crisi?
Igor Toscani: Attraverso la nostra applicazione, realizziamo attività di drive to store ed engagement, portando i consumatori finali a visitare i punti vendita dei nostri clienti e, grazie all’erogazione di contenuti personalizzati e contestuali, cerchiamo di stimolare un acquisto impulsivo. E’ quindi chiaro che le chiusure dei negozi, imposte dai decreti durante tutto l’arco della pandemia ci hanno fortemente penalizzato. Allo stesso modo, si è aperto per noi un nuovo mercato; CheckBonus permette di tracciare il comportamento di acquisto del consumatore e, grazie a questo, abbiamo iniziato a fornire servizi di consulenza e analisi ai nostri clienti, incontrando il favore del mercato. Del resto la pandemia ha drasticamente ridisegnato il processo di acquisto e, per brand e retailer, diventa fondamentale capire quali leve utilizzare per coinvolgere e conquistare il cliente finale durante tutti gli step dell’esperienza in-store.
Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?
Igor Toscani: Da questo punto di vista, siamo stati piuttosto fortunati. Il mio concetto di startup si concretizza in un’azienda che deve essere snella e flessibile, per poter reagire ad improvvise fluttuazioni del mercato, siano positive che negative. Noi gestiamo internamente le attività che riteniamo strategiche e esternalizziamo tutto ciò che riteniamo più operativo. Nel momento in cui è scoppiata la pandemia abbiamo quindi cercato di internalizzare le attività, riuscendo così a fornire il supporto ai nostri clienti e mantenendo il posto di lavoro per tutti i dipendenti dell’azienda.
Credo che questa pandemia ci abbia insegnato quanto sia importante avere la capacità di cambiare idea e prendere decisioni a breve termine; spesso il pensiero strategico, di lungo periodo è visto come il vero valore aggiunto dei manager dell’azienda, mentre quanto accaduto in questi ultimi mesi ha obbligato a pensare in un’ottica molto tattica, rispondendo a condizioni al contorno che potevano variare di settimana in settimana.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e CheckBonus nel futuro?
Igor Toscani: Operativamente, abbiamo deciso di lavorare in smart-working già da marzo ma, al contempo, siamo riusciti a cercare di tenere un rapporto stretto tra tutto lo staff attraverso i classici strumenti di videochiamata o condivisione remota. Oltre alle ovvie riunioni operative, abbiamo organizzato veri e proprio “momenti conviviali” online, cercando di tenere unito il senso di gruppo che una piccola startup deve sempre avere.
Credo che questo approccio al lavoro resterà all’interno di CheckBonus anche in futuro; dopo un iniziale rodaggio, abbiamo iniziato ad apprezzare i vantaggi di questo modo di lavorare che permette di avere un migliore equilibrio tra organizzazione della vita personale e obiettivi lavorativi; ovviamente diventa fondamentale avere una visione condivisa all’interno della struttura, oltre che chiarezza nelle aspettative.
Dal punto di vista del business invece, sono convinto che una volta che l’emergenza sanitaria inizierà a rientrare, la nostra azienda subirà un vero e proprio boost dalle condizioni di mercato. CheckBonus del resto ha come obiettivo primario, quello di portare consumatori finali all’interno dei punti vendita fisici, stimolando l’acquisto. Credo che questo andrà a coprire esattamente una delle principali esigenze che i retailer si troveranno presto ad affrontare; tutte le principali catene hanno visto un drastico calo delle visite e dovranno trovare soluzioni in grado di coinvolgere il consumatore per riportarlo nei loro punti vendita.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Igor Toscani: CheckBonus è a tutti gli effetti uno strumento di marketing, focalizzato sullo sviluppo del business nel punto vendita fisico. Se consideriamo competitor le realtà o le soluzioni che mirano allo stesso budget, direi che ve ne sono molte, dai classici programmi di drive to store, magari realizzati attraverso le tecnologie di prossimità, a competitor di taglio editoriale che promuovono sconti o volantini. Allo stesso modo, credo che il nostro servizio abbia, rispetto a tutte queste soluzioni, alcune caratteristiche che lo rendono unico.
In primo luogo siamo in grado in grado di misurare il risultato delle campagne realizzate, analizzando il comportamento del consumatore lungo tutto il funnel di acquisto e arrivando a tracciare le vendite generate dagli utenti della nostra applicazione: attraverso una dashboard dedicata, ogni cliente può vedere con estremo dettagli il risultato ottenuto, dagli ingressi registrati alle vendite transate sui clienti che usano l’app CheckBonus, arrivando a misurare con estrema precisione il ritorno economico della campagna. Questo ci ha permesso di essere scelti da aziende importanti come La Feltrinelli, Deichmann, Kiabi, Pittarello, Stefanel, Adidas, Flying Tiger, Bottega Verde, Fresco Mercato, Capello Point, Scarpe&Scarpe e tante altre che potete vedere sulla nostra app.
Inoltre credo che il nostro modello di business, unico sul mercato, sarà estremamente vincente nel prossimo periodo. CheckBonus, grazie alla sua estrema misurabilità, ha deciso di approcciare un modello totalmente a performance, che permette ai nostri clienti di vederci come dei veri e propri partner. Noi siamo contenti se e solo se siamo in grado di portare un risultato positivo ai nostri clienti, perché il nostro guadagno è proporzionale al loro. Nei prossimi mesi, quando sarà necessario essere ancora più attenti agli investimenti e al ritorno generato, molte aziende potranno essere attirate da uno strumento che darà loro la possibilità di riportare utenti nei negozi, senza alcun costo fisso, riducendo quindi tutti i rischi legati all’evolversi di questa pandemia e ad un errato investimento pubblicitario.
Link utili:
Sito checkbonus => www.checkbonus.it
Video funzionamento checkbonus :
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Igor Toscani: Il Covid ha sconvolto in un attimo la vita di milioni di persone, provocando danni incalcolabili in termini economici e di vite umane; questo è un dato di fatto. Questo contesto drammatico ha però obbligato le aziende ad adottare approcci e strumenti diversi, ad una velocità assolutamente impensabile in una situazione normale.
Nel giro di pochi mesi il concetto di smart-working è stato sdoganato, garantendo (se realizzato bene) un migliore equilibrio tra vita e a lavoro; le videoconferenze hanno sostituito gran parte degli appuntamenti di persona, riducendo tempi, traffico ed inquinamento; la didattica a distanza ha spinto la digitalizzazione delle scuole e ridotto il digital divide e infine la necessità di programmare una ripartenza ha portato molte grandi aziende a pensare in modo diverso, valutando e scoprendo servizi innovativi che in una condizione normale non sarebbero probabilmente stati accolti con lo stesso favore, favorendo quindi il mercato delle startup.