News
Lorenzo Di Ciaccio ci parla di Pedius: Opportunità per l’innovazione e l’inclusione durante la pandemia
Come state, lei e la sua famiglia?
Lorenzo Di Ciaccio: Bene grazie, fortunatamente il nostro lavoro ci permette di stare a casa evitando il più possibile contatti.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Lorenzo Di Ciaccio: L’idea di Pedius mi venne guardando la TV, in onda c’era l’intervista di Gabriele Serpi, un ragazzo sordo che ha avuto un incidente stradale e non ha avuto la possibilità di chiamare i soccorsi. A quel tempo lavoravo come consulente informatico, il mio lavoro era quello di risolvere con la tecnologia i problemi delle aziende. Guardando quella storia sono rimasto impressionato dal fatto che con tutta la tecnologia di disponiamo al giorno d’oggi una persona sorda non ha la possibilità di telefonare in caso di bisogno. In quel momento ho pensato di avere una soluzione e mi sono messo subito all’opera. Ho contattato alcuni amici e colleghi, perché in ogni progetto è importante circondarsi di persone in gamba. Dopo qualche mese eravamo in 3 io Stefano ed Alessandro e abbiamo dato il via alla nostra avventura.
Come innova Pedius?
Lorenzo Di Ciaccio: Permettiamo alle persone sorde di telefonare utilizzando le tecnologie di sintesi e riconoscimento vocale. In questo modo possono chiamare per le varie emergenze quotidiane ma anche prenotare un ristorante oppure partecipare ad una riunione.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Pedius e come state affrontando questa crisi?
Lorenzo Di Ciaccio: La pandemia ha aumentato le distanze sociali e in particolare per le persone sorde ha aggiunto oltre alla distanza anche una barriera fisica: la mascherina che impedisce la lettura del labiale.
Molti persone sono passate in smartworking e le difficoltà per le persone sorde è stata maggiore. Fortunatamente le aziende si sono attivate per la ricerca di soluzioni. Sicuramente la pandemia ha spinto l’adozione della tecnologia e anche l’inclusione.
Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?
Lorenzo Di Ciaccio: Sicuramente abbiamo dovuto dare delle priorità, ritardare il lancio del nostro servizio in alcuni paesi, per concentrarci sulle emergenze e sul fornire un servizio valido. Abbiamo attivato molte collaborazioni pro bono, insieme a TIM abbiamo fornito la nostra app sui tablet negli ospedali covid, abbiamo sottotitolato eventi di formazione per i docenti per aiutarli a gestire studenti sordi a distanza. La lezione è che in tutte le situazioni è possibile vedere un lato positivo.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e Pedius nel futuro?
Lorenzo Di Ciaccio: Abbiamo riaperto l’ufficio su base volontaria per dare una routine positiva ai nostri dipendenti, abbiamo incentivato lo smart working e cerchiamo di confrontarci periodicamente online. Sicuramente la consapevolezza di erogare un servizio utile aiuta a superare lo stress di questa situazione
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Lorenzo Di Ciaccio: Quando siamo nati eravamo gli unici ad affrontare il problema delle telefonate per le persone sorde in maniere completamente automatica, prima le persone sorde potevano telefonare rivolgendosi a speciali centralini dove un interprete di lingua dei segni mediava la chiamata. Questi servizi hanno ovviamente costi poco sostenibili per questo era necessario fare qualcosa. La tecnologia permette la completa autonomia degli utenti prezzi decisamente accessibili. Qualche anno dopo è nato un nuovo competitor RogerVoice che usa un approccio simile al nostro, ma con costi diversi perché basa il suo sostentamento vendendo abbonamenti ai suoi utenti. Per Pedius solamente 1% dei ricavi proviene dagli utenti, coinvolgendo le aziende che acquistano il nostro numero verde accessibile riusciamo a garantire 20 minuti ogni mese di chiamate gratuite a tutti i nostri utenti.
Link utili:
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Lorenzo Di Ciaccio: Credo che questa situazione ci abbia resi più sensibili su temi che prima ignoravamo, dobbiamo fare attenzione però a non vivere questo momento con negatività e con l’ansia di tornare alla “normalità” perché probabilmente le cose non torneranno come prima altrimenti non avremmo imparato nulla da tutto questo.