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Massimiliano Arlati ci parla di ArlatiGhislandi: Professionisti esperti in consulenza fiscale e del lavoro
Come state, lei e la sua famiglia?
Massimiliano Arlati: Bene grazie, così come tutti i componenti della nostra struttura. Abbiamo sinora superato in salute la crisi epidemiologica senza particolari impatti.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Massimiliano Arlati: ArlatiGhislandi è uno studio professionale in cui lavorano Consulenti del Lavoro, Dottori Commercialisti e Avvocati che si occupa di gestione delle Risorse Umane. È certamente uno studio di tradizione (siamo nati nel 1967) in cui lavorano professionisti mediamente di giovane età con predilezione di esperienza in azienda. Quello che così descritto può sembrare un anacoluto produce nei fatti una struttura solida costituita con una logica di team che lavora per fornire progetti i outsourcing e servizi in ambito HR per le medio grandi aziende.
Ci siamo accorti, ormai una decina di anni fa e quasi per caso all’inizio, che con un’organizzazione come la nostra si possono gestire con molta facilità e molto contenuto le startup, bisognose di dinamicità e flessibilità, riuscendo non solo ad assecondarne la natura ma – forti di esperienze consolidate e non convenzionali – anche a “spingere” la loro evoluzione vitale.
Come innova ArlatiGhislandi?
Massimiliano Arlati: Il nostro è uno studio “autoinnovante” grazie ai progetti e alle idee che forniamo e che recepiamo dai nostri clienti e partner. Si… è vero che siamo geneticamente propensi al cambiamento e all’evoluzione dei nostri processi (è il nostro divertimento ma anche il nostro motore) e quindi ci è facile modificare e evolvere, ma si deve considerare che il settore della consulenza necessita di flessibilità e contenuti. In questo senso processi, informatica, risorse umane sono il fulcro della nostra gestione.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito ArlatiGhislandi e come state affrontando questa crisi?
Massimiliano Arlati: Beh… così a freddo… Le rispondo con “con una valanga di nuovo (e molto impegnativo lavoro)”: la situazione generale di cambiamento (obbligato) che non è per tutti congeniale – figurarsi in una situazione di emergenza – unita all’isterica produzione di norme dispositive che hanno interessato il periodo, ha certamente reso gli ultimi tempi particolarmente impegnativi. In ogni caso abbiamo studiato, applicato protocolli, modificato alcuni aspetti organizzativi. Se mi chiede della qualità della prestazione … Le rispondo che non è cambiata (anzi per assurdo è cresciuta da molti punti di vista) e – forse in controtendenza – senza una particolare accelerazione allo smartworking. In generale siamo spesso itineranti in azienda e presso enti e istituti, alcuni di noi hanno approfittato per lavorare bene anche a 1,5 metri di distanza.
Avete dovuto prendere decisioni difficili con i vostri clienti ? E quali sono le lezioni apprese?
Massimiliano Arlati: La depressione dell’impresa in questo periodo è stata enorme: vasta e profonda. Abbiamo supportare aziende che si sono trovate impossibilitate a lavorare (pensi a quelle del turismo e della ristorazione), abbiamo supportato per molti alcuni processi di cambiamento che non saranno solo momentanei, abbiamo dovuto gestire la chiusura definitiva di attività e di aziende e questo per chi fa il nostro mestiere segna profondamente.
In ambito startup abbiamo lavorato con alcuni verso una diversificazione e verso il cambiamento della proposta, abbiamo creato la crescita di servizi presso realtà che vendevano prodotti. Abbiamo visto però la debacle di startup che erano all’apice del cambiamento strutturale, al termine dei tre anni della loro nascita, implose al momento più delicato della loro trasformazione.
Abbiamo avuto conferme piuttosto che lezioni: “fare azienda” in Italia è estremamente difficile e la mentalità di alcuni neo imprenditori è errata: la qualità e la struttura dell’azienda deve essere da subito solida per poter garantire – crisi o meno – il futuro dell’azienda. Gli italiani sono un popolo fantasioso e dinamico, ma dirigersi solo al risultato e pensare di consolidare in un secondo tempo (malattia questa molto più diffusa di come potrebbe pensarsi) è terribilmente pericoloso e foriero di disillusioni e fallimenti. Non bastano quindi solo le “buone idee” – a volte mi stupisco di quante nuove ne nascano ancora – ma servono buone idee in buone aziende per poter avere successo.
Avete dovuto cambiare qualcosa nel vostro modo di lavorare a causa della pandemia da COVID-19?
Massimiliano Arlati: Siamo stati da sempre tecnologici nel nostro modo di lavorare, ma senza dubbio, questo momento critico ci ha permesso di affinare la nostra capacità tecnologica e di aumentare lo spettro degli strumenti digitali da utilizzare. Abbiamo creato nuovi canali attraverso i quali comunicare, fornire servizi e consulenza ai clienti: podcast, webinar, eventi, video pills. Inoltre, abbiamo potenziato le nostre realtà digitali al fine di renderle più facilmente fruibili.
In questo sviluppo tecnologico, già nelle nostre corde ed accentuato dalla situazione emergenziale, ha avuto ed ha un ruolo fondamentale la nostra Academy interna dedicata alla crescita professionale delle risorse nonché dipartimento strategico di progetti formativi e di ricerca.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Massimiliano Arlati: Abbiamo sinora avuto una storia con risultati crescenti, siamo dinamici e se siamo bravi e lungimiranti possiamo adattarci e superare qualsiasi difficoltà. Le rispondo come i buoni allenatori di calcio dopo una partita vinta bene: andiamo dritti avanti per la nostra strada tentando di continuare a divertirci.
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Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Massimiliano Arlati: Gestita male che peggio non si può, ma in un paese dove l’imprenditoria è così tanto varia e fondata su realtà diversificate per mercato e per dimensione non si può temere che non si riesca a superarla con alcuni inaspettati e brillanti risultati: non è ottimismo, è la nostra storia.
Certo il governo del paese è fondamentale, ora serve un colpo di reni deciso anche contro le tendenze depressive. Rimarrà certamente, oltre che nella nostra storia anche nell’esperienza professionale. Sono certo che tutti faranno tesoro nell’esperienza e saranno in generale più propensi al cambiamento.