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Prenotare e condividere il taxi con Wetaxi, conoscendo già i costi: Ce ne parla Massimiliamo Curto (CEO)
Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questa fase dell’emergenza COVID-19?
Massimiliano Curto: Sto bene, sia io che la mia famiglia. Purtroppo nelle settimane passate ho perso una persona cara per colpa del COVID che mi ha obbligato a provare da vicino la dimensione della tragedia che stiamo affrontando. Per carattere e forse anche per il mio ruolo in Wetaxi, sono portato (e anche un po’ obbligato) a guardare a questa pandemia con gli occhi di chi vuole trovare delle opportunità piuttosto che subirne le conseguenze. Ogni tanto è faticoso, ma in generale è di aiuto per mantenere l’umore alto nonostante la situazione.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Massimiliano Curto: Ho sempre avuto una passione per la mobilità. Dopo aver completato i miei studi al Politecnico di Torino, ho trascorso due anni a Maranello nel team di Formula 1 della Ferrari. Un’opportunità davvero unica che mi ha messo alla prova, lavorando con l’eccellenza del Made in Italy. Questa esperienza mi ha aiutato a capire cosa davvero mi appassiona: piuttosto che la tecnologia che utilizziamo per spostarci, che sia un veicolo o un treno, sono curioso del modo con cui ci muoviamo, milioni, anzi miliardi di persone che ogni giorno devono spostarsi e scelgono come farlo.
Muoversi, ha storicamente consentito all’uomo di estendere i propri confini e accelerare il processo di apprendimento e contaminazione. Muoversi vuol dire superare le nostre frontiere, fisiche e mentali, incrementare la propria conoscenza. Una sfida che l’uomo ha sempre affrontato per superare i propri confini e muovere la propria ambizione. Da quel momento ho cercato di unire le mie conoscenze alle infinite opportunità del digital, alla passione e frenesia dell’ambiente startup, viaggiando nella Silicon Valley, collaborando con il Politecnico di Torino, società private e startup (ad esempio Urbi per cui ho lavorato due anni).
Sono stati momenti importanti sulla strada verso Wetaxi: queste esperienze mi hanno permesso di apprendere le dinamiche tanto di realtà storiche e strutturate, quanto giovani e ultra dinamiche. Proprio da questo connubio è nata l’idea di Wetaxi. Nata in realtà come progetto di ricerca per il Politecnico, è presto diventata la nostra principale occupazione. La nostra principale passione. Abbiamo cominciato con un test a Lampedusa, per testare la tecnologia e il servizio. Una volta rodata l’app e la tecnologia a sostegno, grazie alla preziosissima collaborazione con TaxiTorino, la prima radiotaxi ad aver creduto in noi, siamo approdati a Torino. La nostra città natale: per noi davvero un traguardo personale importante! Due anni dopo eravamo a Roma e Milano e in altre 20 città italiane.
Come innova Wetaxi?
Massimiliano Curto: Quello che ci ha sempre differenziato e, credo fermamente, permesso di crescere è stato il nostro approccio. Non abbiamo mai imposto la nostra tecnologia, l’abbiamo sempre proposta. Siamo ben consapevoli che la mobilità italiana e il settore taxi abbiano delle dinamiche e delle prerogative molto precise. Un contesto dove realtà storiche e modalità consolidate hanno regolato scelte di mercato da sempre. Per questo abbiamo scelto un approccio che tenga conto dei contesti e miri ad un vantaggio collettivo. Un’innovazione consapevole, che al contrario dei tipici approcci aggressivi delle grandi multinazionali, rispetta l’ambiente preesistente e i suoi attori.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Wetaxi e come state affrontando questa crisi?
Massimiliano Curto: Il Covid-19 ha colpito duramente il settore taxi, registrando picchi di -90% del fatturato nella fase più alta dell’emergenza. Malgrado i vari provvedimenti governativi sia verso i tassisti che gli utenti, la situazione resta tuttora grave. Le persone hanno cambiato sensibilmente le loro abitudini e i loro spostamenti.
Lo smartworking ha inoltre chiuso quell’importante indotto dato dal mondo business. Davanti ad un mondo che si ferma, la scelta è se fermarsi o reinventarsi. In questo, il nostro spirito da startupper ci ha sicuramente facilitato: a marzo, pochi giorni dopo l’inizio del lockdown, abbiamo deciso di reagire e reinventare il nostro servizio attivando la consegna via taxi, Wetaxi Delivery. È stato il primo passo verso importanti scelte che hanno coinvolto l’azienda anche nei mesi successivi e ci hanno permesso di mantenerci a pieno ritmo in ogni fase di questa emergenza.
Non è assolutamente stato facile e ancora oggi è difficile fare delle previsioni e dei progetti a lungo termine, ci siamo ritrovati più volte a rivedere i nostri obiettivi. Ma non ci siamo mai fermati, abbiamo trasformato ogni ostacolo in opportunità.
Avete dovuto prendere decisioni difficili ? E quali sono le lezioni apprese?
Massimiliano Curto: Credo che chiunque, in questi ultimi mesi, abbia dovuto affrontare scelte difficili. Spesso determinanti per la sopravvivenza del proprio business. Anche in Wetaxi ci siamo trovati davanti a diversi bivi. Il primo è stato come trovare opportunità di business mentre tutti gli spostamenti venivano proibiti.
Come anticipato, la risposta è arrivata con Wetaxi Delivery grazie ad un ragionamento tutto sommato molto semplice: se non possiamo spostare le persone, allora sposteremo le cose! Un’altra importante scelta ci si è presentata a inizio Fase 2, in giugno, quando di fronte alle riaperture non vedevo miglioramenti significativi nei nostri numeri. ll mondo riapriva, ma il business no. Tutti i nostri partner, radiotaxi e tassisti, si sono ritrovati in una situazione di stallo senza prospettive tangibili.
Per questo abbiamo deciso di creare un programma di tutela gratuito dedicato a loro, attraverso una nuova rete d’impresa che oltre a fornire loro lavoro, desse concreti vantaggi economici e non solo. Connect, la rete costruita insieme alla nostra partner romana Samarcanda, è nata in giugno e ha regalato polizze assicurative contro il Covid-19, divisori a bordo taxi e molti altri vantaggi ad oltre 1.000 tassisti. Oggi questo progetto si apre anche su Milano con l’ambizione di sostenere il settore in un momento di profondissima crisi.
Una scelta che abbiamo fatto perché crediamo fermamente che il taxi possa e debba essere parte di una nuova mobilità urbana più integrata e sostenibile.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e Wetaxi nel futuro?
Massimiliano Curto: Sin da inizio emergenza, con lo smartworking forzato, abbiamo creato dei momenti quotidiani per mantenere contatti continui tra di noi. Non solo lavorativi, ma anche e soprattutto extra: caffè telematici, meeting di confronto, attività collettive da poter fare in digitale.
L’unione del team, malgrado il momento e la distanza, è stata fondamentale per il successo dei nostri progetti. Ognuno di noi ha gestito questo momento in modo diverso e dovendo affrontare problematiche molto differenti. Chi ha dovuto lavorare con bimbi piccoli a casa, chi ha affrontato la solitudine, chi la distanza dai genitori… la volontà è stata quella di sentirsi sempre dentro una squadra pronta a sostenersi l’un l’altro anche emotivamente. Ancora oggi lavoriamo in smartworking.
Per mantenere costante il contatto e l’empatia che siamo riusciti a creare, diamo la possibilità ai team di vedersi in ufficio una volta alla settimana, organizzando turni che permettano una presenza fisica senza rischi. Domani questa forma potrebbe diventare la nostra modalità lavorativa ufficiale, ma sarà il termometro del team a indicarci la strada migliore da intraprendere.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Massimiliano Curto: Il settore taxi vede molti operatori al suo interno. Dal tassista indipendente alle Cooperative Radiotaxi, alle Multinazionali fornitori di servizi. Un mercato piuttosto complicato se si considera che, trattandosi di trasporto pubblico, si inserisce all’interno di un quadro molto regolato, spesso con regole un po’ “anzianotte”.
Da sempre, la categoria ha lottato per difendere il proprio lavoro, lo ha saputo fare, ma mai come negli ultimi 10 anni, e ancor di più oggi, si sente poco tutelata. Noi molto spesso ci siamo schierati al loro fianco, specialmente quando le loro tutele non pregiudicano quelle degli utenti (e questo succede quasi sempre) e ancor di più al loro fianco siamo stati e vogliamo essere nell’affrontare questo momento storico emergenziale. Sono convinto che il modo migliore di inserirsi in questo mercato sia attraverso la collaborazione. Non vogliamo porci come un’azienda che vuole “spazzare” le realtà esistenti, ma coinvolgerle per crescere insieme. È un approccio che si è rivelato vincente da sempre, anche rispetto alla concorrenza.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Massimiliano Curto: Il Covid-19 ci ha messo di fronte a scenari che non avremmo mai considerato, altrimenti. Lo smartworking, l’accelerazione digitale, la necessità per le aziende di essere agili e flessibili, la crisi dell’attuale mercato.. Possiamo scegliere se vedere solo il lato negativo di questa emergenza o cogliere l’occasione per innovare un intero Paese in tutte le sue sfaccettature. Come Wetaxi, vogliamo guardare a questa seconda strada. È un momento storico decisivo: è nostra responsabilità prenderne atto e agire per il meglio.
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