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Infarm srl, ovvero come fare un mestiere antico con metodi moderni
Intervista a Massimo Onelli di Infarm srl.
Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questa fase dell’emergenza COVID-19?
Massimo Onelli : Visti i tempi, non ci possiamo lamentare. Riusciamo ormai da tempo a limitare i contatti fisici sia di lavoro che scolastici grazie alle piattaforme web e alla DAD che ha anche risolto il problema dell’utilizzo dei mezzi pubblici, la casa è accogliente ed ognuno riesce ad avere i suoi spazi e non è poca cosa.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce Infarm?
Massimo Onelli : Svolgiamo inventari in farmacie e parafarmacie dal 1990, un’opportunità colta quando ancora le tecnologie erano solo embrionali e gli inventari si facevano con carta e penna. Il percorso di specializzazione in un settore così di nicchia è stato naturale, perché già lavoravo nell’ambiente per altri servizi ed ho avuto la fortuna di accompagnare le farmacie nel processo di informatizzazione sin dagli albori, avvenuto proprio appunto nei primissimi anni ’90. La necessità di qualcuno che agevolasse il passaggio da analogico a digitale era evidente e noi c’eravamo…da lì la nostra crescita.
Come innova Infarm?
Massimo Onelli : A volte con un girotondo e a volte con un carpiato…molto spesso a piccoli passi spinti dalla necessità di dare semplici risposte ai bisogni del momento e a volte con balzi rivoluzionari che ci portano ad illuminazioni e ci aprono nuovi orizzonti
La tecnologia di lettura è matura e siamo pronti a cambiare sul 2D oppure sull’RFID qualora fosse necessario. Negli ultimi 12 mesi abbiamo accelerato la digitalizzazione grazie all’acquisto e all’integrazione di tecnologie disponibili sul mercato che dopo apposito adattamento ci stanno aiutando moltissimo in tutta la filiera del lavoro.
Abbiamo passato l’intera infrastruttura alla piattaforma Office 365 e abbiamo acquisito una app per le gestioni del processo di lavoro presso i clienti ed il monitoraggio delle performance qualitative e quantitative. La verità è che siamo alla fine un’azienda molto “virtuale”: essendo sempre in trasferta “presso il cliente”, in assenza quindi di uno spazio fisico condiviso come l’ufficio, sentivamo forte la necessità di un supporto che collegasse i vari step del lavoro. L’ufficio fisico oggi è fruito solo dal settore amministrativo dell’azienda che semplicemente coordina a distanza. I prossimi passaggi vedono all’orizzonte prima il rifacimento integrale dell’ormai obsoleto sito WEB (banale ma non solo da noi molto sottovalutato), l’implementazione di tecnologie di IA/BI e forse nel futuro il passaggio all’e-commerce.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Infarm e come state affrontando questa crisi?
Massimo Onelli : L’8 marzo è stato un maglio che ci ha colpito in pieno con il blocco di tutte le attività.
E’ stata un’illuminazione ed un colpo di fortuna, uno dei carpiati a cui accennavo prima, l’inserimento a febbraio di un servizio per la sanificazione al perossido di idrogeno, con tecnologie super professionali e certificate per le camere chirurgiche. In questo modo abbiamo potuto recuperare parte dell’attività persa, rimanendo in contatto con i nostri clienti, creandone di nuovi e mantenendo fede alla nostra filosofia di essere “sempre al loro fianco”. In ogni caso ad oggi, non siamo purtroppo tornati ai precedenti livelli e le preoccupazioni globali in questo scorcio di autunno stanno fermando di nuovo qualche attività da tempo programmata. In tutta onestà, senza la cassa integrazione, come buona parte del paese, avremmo dovuto fare fronte a difficoltà probabilmente insormontabili.
Avete dovuto prendere decisioni difficili ? E quali sono le lezioni apprese?
Massimo Onelli : L’incertezza del lavoro è legata senz’altro al complessivo stato del mercato, nel quale anche le farmacie hanno visto tempi migliori, ma l’incertezza vera è come per tutti, la pandemia che ci costringe per ora a navigare a vista. Le difficoltà crescenti in merito al contatto fisico, l’uso dei DPI e dei mezzi di trasporto, per noi essenziali visto il contatto quotidiano con il cliente, ci mettono di fronte un panorama che cambia di continuo e che ha poca prevedibilità.
Anche il servizio di sanificazione, che è oggi ancora abbastanza richiesto, sappiamo già che non sarà il futuro nel lungo termine. Questo subisce in modo troppo diretto l’effetto psicologico dell’alternarsi di panico e movida e della lotta con la mala-informazione che convince le persone a pulire con gli sgrassatori o a sanificare con l’inutile ozono in nome del risparmio. Lo proporremo senz’altro finchè ci sarà richiesta, per aiutare i nostri clienti e per dare ossigeno all’azienda, ma vogliamo guardare avanti con fiducia e stiamo pensando ad un altro carpiato anche se è prematuro parlarne.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come vi proiettate, voi stessi e Infarm nel futuro?
Massimo Onelli : Questa è davvero una bella domanda! Non posso nascondere che, personalmente, ho vissuto molto male il primo periodo di lock down. Troppe le preoccupazioni per i propri cari e per i propri dipendenti di cui alcuni, seppur una minoranza, esposti al rischio durante le sanificazioni. Ora ho/abbiamo razionalizzato la convivenza con il rischio convinti che il rispetto e l’aderenza alle procedure, possa essere la migliore garanzia per tutti.
E poi cercare sempre nuovi progetti, avere nuove idee, farsi domande ed essere ottimisti. Un imprenditore ha il dovere di essere ottimista per se stesso, per l’azienda che gli ha tante soddisfazioni e per tutti i dipendenti che sono rimasti fedeli.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Massimo Onelli : In Italia ci sono diverse società internazionali che lavorano in ambito retail, mentre in ambito farmacie, nella pratica, non esisterebbero altre società specializzate al 100%, da così tanto tempo ed in modo esclusivo in questo settore. Esistono invece attività che esercitano in ambiti diversi e che affiancano, come integrazione ai loro prodotti, gli inventari di farmacia. Questi soggetti operano svolgendo inventari senza o con pochissimi dipendenti senza farsi carico delle responsabilità che ne conseguono. Anche in questo caso, la pandemia ha solo peggiorato le cose. Noi che abbiamo un organico con più di 50 persone tra full time, part time e chiamata non possiamo e non vogliamo certo esimerci dal farci carico delle responsabilità contrattuali, inclusi i DPCM Covid-19. E così da sempre puntiamo su professionalità, serietà e affidabilità. Vista la nostra esperienza, con più di 20.000 ingressi nelle farmacie, i nostri clienti a fine lavoro, non hanno solo un inventario, hanno una vera e propria consulenza. Una chiacchierata con uno dei nostri capisquadra è per loro fonte di preziosi consigli per acquisti, lay-out e gestione delle scorte. Nessun altro in questo settore è in grado di condividere questo know-how
Il vostro sito Web ?
Massimo Onelli : www.infarm.it vi chiediamo di considerarlo come un vecchio faldone pieno di informazioni. A breve ne avremo uno nuovo e spumeggiante.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Massimo Onelli : Forse è presto, ma se il nostro metro è sempre stato solo e soltanto il PIL, credo che dovremo ripensare pesantemente la nostra civiltà occidentale ed i suoi valori fondanti. Altrimenti ci potrà sempre essere una nuova epidemia ed una nuova estate al mare.