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Matteo Testi ci parla di Deep Learning Italia: Piattaforma di e-learning in lingua italiana
Come state, lei e la sua famiglia ?
Matteo Testi: Io e la mia famiglia stiamo bene. Non abbiamo avuto nessun caso di Covid tranne che per alcuni zii che l’hanno preso in forma non grave.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Matteo Testi: Il mio percorso accademico è stato multidisciplinare. Ho iniziato con una laurea triennale in Psicologia per poi fare una specialistica in Neuroscienze Computazionali, entrambe all’università La Sapienza, e infine un Master in Data Science a Dundee con un focus sul Deep Learning. La mia idea imprenditoriale nasce proprio dopo il Master in Scozia perché tornato in Italia grazie ad un offerta di lavoro non vedevo lo stesso interesse nel Deep Learning, e più in generale nell’Intelligenza Artificiale, che ho trovato in Scozia e in generale in UK. Così ho deciso di fondare Deep Learning Italia, prima come semplice community per organizzare eventi e far incontrare persone con interesse nella materia e dopo un anno visto le richieste di lavori che arrivavano l’abbiamo fatta diventare una società.
Come innova Deep Learning?
Matteo Testi: L’innovazione nella nostra azienda è all’ordine del giorno. In primis per noi l’innovazione parte dalla formazione. Quindi abbiamo creato il primo master professionale di Deep Learning, in partnership con Expersi Academy e SAS nel 2018. Poi a Settembre 2019 abbiamo lanciato la prima piattaforma di e-learning in lingua italiana con un focus sul Machine e Deep Learning. Inoltre, per il 2021 lanceremo con un università un master di secondo livello in Bio-informatica e nel 2022 un master in Quantum Machine Learning. Ma per noi l’innovazione non si ferma qui. Cerchiamo anche di innovare con dei prodotti e le nostre aree di interesse sono la Finanza e l’Healthcare. Sul primo punto abbiamo creato una piattaforma che fa Asset allocation con il Deep Learning (www.icaroai.com), sul secondo punto abbiamo partecipato a diversi bandi europei per la medicina personalizzata con un focus sui dati omici. Inoltre, il nostro ultimo progetto è quello di una piattaforma per mitigazione dei rischi degli investimenti nelle startup (https://www.aistartupvaluation.com).
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Deep Learning e come state affrontando questa crisi?
Matteo Testi: Sicuramente ci ha complito perché molti clienti hanno chiesto di rinviare sviluppo e formazione al prossimo anno perché anche loro in crisi per colpa della pandemia. Inoltre, i corsi che teniamo possono essere erogati online però alcuni clienti preferiscono on site. Come risposta però, il nostro e-learning va molto bene e molti corsi siamo comunque riusciti a portarli online e lo sviluppo dei nostri prodotti continua.
Avete dovuto prendere decisioni difficili ? E quali sono le lezioni apprese?
Matteo Testi: In questa pandemia abbiamo capito che sicuramente la piattaforma di e-learning ha un grande valore e che va coltivato nel tempo.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e Deep Learning nel futuro?
Matteo Testi: Abbiamo fatto dei programmi di allenamento a casa e al parco, quando si poteva, a tutti i nostri dipendenti e collaboratori. Questo devo dire che ha aiutato molto.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Matteo Testi: In Italia non abbiamo competitor diretti. Ci sono molte multinazionali che fanno cose simili alle nostre ma noi come factory di Intelligenza Artificiale riusciamo a difendere il nostro know how.
Link utili:
www.deeplearningitalia.com
www.icaroai.com
www.aistartupvaluation.com
elearning.academy-dli.com
www.youtube.com/channel/UCb9Nbm6j7JmX8LEtUKFLmYQ
www.slideshare.net/deeplearningitalia
www.meetup.com/deep-learning-italia/
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Matteo Testi: Questa emergenza ci ha insegnato che differenziare l’offerta di business può essere importante per la longevità dell’azienda e superare momenti di crisi. Ci ha insegnato che lo smart working è possibile, magari non totale ma parziale. E ci ha insegnato che la sanità è uno degli asset più importanti del paese che forse non curiamo a dovere.