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Mauro Germani di Soplaya, spiega come democratizzare la filiera produttore-ristoratore
Come state, lei e la sua famiglia?
Mauro Germani: Fortunatamente tutti bene, lavoriamo tutti in smart working ed effettuiamo meno spostamenti possibili.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Mauro Germani: Sono sempre stato appassionato di cibo di qualità & automazione, e con un background in ingegneria gestionale e marketing, ho sempre lavorato nel settore del food e della ristorazione.
L’idea di Soplaya nasce da un’esigenza personale: stavamo vendendo un “sistema operativo” per ristoranti a decine di clienti, e volevamo aggiungere un modulo che connettesse in rete i prodotti e i fornitori di tutti i ristoranti. E’ lì che ci siamo resi conto di quanto fosse obsoleta, inefficiente e poco trasparente l’intera catena di fornitura. Non esisteva nulla di simile a ciò che avevamo in mente, eccetto in Cina e noi eravamo il team giusto al momento giusto: così è nata Soplaya e dopo tre anni abbiamo già centinaia di clienti felici in diverse città e un team di 30 persone.
Come innova Soplaya?
Mauro Germani: Con Soplaya la filiera della ristorazione si accorcia e democratizziamo il sistema agroalimentare, rendendolo più vario, efficiente e sostenibile.
Grazie alla nostra tecnologia i ristoratori ottengono:
8000 prodotti consegnati fino a 5 volte a settimana in 12-48h, senza minimo d’ordine. Risparmio del 20% sulle proprie forniture, dato che l’acquisto avviene direttamente dal produttore. La possibilità di confrontare prezzi e prodotti ed ordinarli in qualsiasi momento con pochi click e un controllo dei propri acquisti. Mentre i produttori ottengono:
Accesso a un mercato di centinaia di ristoranti, gastronomie e negozi già predisposti all’acquisto online e alla ricerca di materie prime di qualità;
Un incremento dei margini fino al 40% più alti rispetto ai comuni canali di vendita all’ingrosso;
Dati e statistiche di vendita e una distribuzione precisa, puntuale ed efficiente, senza alcun investimento.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Soplaya e come state affrontando questa crisi?
Mauro Germani: Abbiamo sopperito al calo del fatturato derivante dal brutto colpo che la ristorazione ha subito, tramite lo sviluppo di un portale per la vendita ai privati, la vendita di migliaia di scatole di Natale anche oltreconfine, e l’estensione del nostro servizio a negozi e gastronomie. Al contempo abbiamo voluto stare vicini ai nostri ristoratori e tramite un’iniziativa no-profit ne abbiamo raccolto un migliaio nel portale asportoedomicilio.com aiutandoli ad approcciarsi al delivery e al take away, ottenendo clienti gratuitamente. Il risultato in sostanza è un fatturato più basso rispetto ad un budget in tempi normali, ma più alto di ogni aspettativa che potevamo avere a inizio pandemia, e comunque in forte crescita rispetto all’anno precedente.
Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?
Mauro Germani: La decisione più difficile è stata nella seconda ondata, quando abbiamo deciso di non focalizzarci sul fatturato a breve termine sviluppando iniziative parallele che avrebbero nuovamente defocalizzato l’azienda e il team, bensì di concentrarsi sull’ampliamento del nostro servizio verso negozi e gastronomie, contenere i costi e continuare a costruire la tecnologia che permetterà di scalare il business rapidamente appena si riaprirà. E’ stata una decisione controintuitiva perché rinunciare a del fatturato è sempre complesso, ma i numeri e i risultati tecnologici ci stanno già indicando che abbiamo scelto la strada corretta. La migliore lezione appresa è che con il team giusto puoi fare quello che per chiunque altro sembra impossibile: abbiamo dimostrato a noi stessi di essere quel team.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e Soplaya nel futuro?
Mauro Germani: Beh, il Covid ci ha preso a pugni in faccia ma direi che noi abbiamo ricambiato: in una startup lo stress è il pane quotidiano, e i risultati di business durante la pandemia, a confronto con le corporate, ne danno conferma. Abbiamo la fortuna di essere molto pragmatici e abbiamo subito applicato rigide misure di sicurezza e turni per il team logistico, mandato in smart working tutto l’Headquarter e sviluppato strumenti per una gestione efficace del team da remoto. Contemporaneamente ci siamo concentrati a costruire iniziative parallele, e a mantenere attivo il nostro legame e il supporto alla nostra rete di ristoratori e produttori. Insomma, abbiamo soppresso l’ansia con la vecchia arte del lavorare sodo.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Mauro Germani: La nostra è un tipo di innovazione nata da poco, ma dopo tre anni di lavoro in questo settore si iniziano a vedere i primi competitor con capitale consistente alle spalle anche in Europa. Crediamo che il nostro modello sia un po’ un AirBnB in un mondo di Booking.com: la quasi totalità della competition è focalizzata sul collegamento digitale tra fornitori e ristoratori oppure sulla creazione di filiere verticali, come ad esempio quella del pesce sia nel B2B che nel B2C, senza però innovare al contempo la logistica. Questo fa sì che per i ristoratori il livello di servizio di consegna e dunque l’affidabilità delle forniture rimanga bloccata alle logiche degli operatori logistici standard, e molti produttori rimangano tagliati fuori perché non sono organizzati per sostenere i costi logistici in autonomia. Grazie alla nostra rete di hub logistici snelli e automatizzati e agli investimenti in machine learning, riteniamo di poter costruire il primo servizio per il FoodService automatizzato, sostenibile e customer-centric.
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Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Mauro Germani: Le abitudini come le conoscevamo, anche nei settori più colpiti come l’hospitality e il turismo, torneranno con forza: non credo in un mondo in cui una pandemia ci porti a non aver più voglia di andare al ristorante o in vacanza, perciò ritornerà tutto alla normalità, probabilmente con un po’ di smart working in più, dati i vantaggi che ognuno ha toccato sulla propria pelle. Ciò che non possiamo sapere è quando però questo avverrà: la differenza di reazione tra i paesi sarà determinata dalla velocità di erogazione dei vaccini. L’andamento di questo grafico determinerà il nostro 2021, e già si possono vedere alcuni Paesi che svettano su altri.