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Riccardo Marchesi ci parla di Knitronix: La start-up che produce sensori tessili

Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questa fase dell’emergenza COVID-19?
Riccardo Marchesi: Sopravviviamo, come molti – credo – in questo momento difficile. È difficile fare previsioni.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Riccardo Marchesi: Ho 58 anni. Dal 1984 lavoro nell’azienda di famiglia che prima produceva macchine tessili ed ora produce tessuti in metallo per industria ed interior design (www.inntex.com). Nel 2005 ho iniziato a chiedermi se un tessuto che contiene fibre conduttive potesse essere utilizzato per misurare dati ambientali. Nel 2016 è nato lo spin-off che oggi si chiama Knitronix (www.knitronix.com) e che produce sensori tessili per rilevare la pressione tattile, la temperatura e la presenza di liquidi/umidità. I sensori tessili hanno diversi vantaggi rispetto a quelli tradizionali e possono essere utilizzati in numerose applicazioni.
Come innova Knitronix?
Riccardo Marchesi: Cercando di coniugare tecnologie diverse, in particolar modo la tecnologia tessile con l’elettronica.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Knitronix e come state affrontando questa crisi?
Riccardo Marchesi: Il nostro primo ordine corposo è stato bloccato dal cliente.
Avete dovuto prendere decisioni difficili ? E quali sono le lezioni apprese?
Riccardo Marchesi: Al momento la società ha costi fissi molto bassi e non sono state necessarie decisioni difficili. Nessuna lezione appresa, nel senso che nessuno al mondo avrebbe potuto aspettarsi quello che sta succedendo.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e Knitronix nel futuro?
Riccardo Marchesi: Stress ed ansia sono i migliori compagni di un imprenditore. Se non si sanno gestire è meglio fare un’altra scelta di vita. In questo momento stiamo andando avanti ad investire nei nostri prodotti, soprattutto proteggendo la proprietà intellettuale e compiendo analisi di mercato.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Riccardo Marchesi: Per chi propone prodotti molto innovativi il problema – più che la concorrenza – è quello di convincere le persone sulla bontà dell’idea. E’ difficile, bisogna porre estrema attenzione alle richieste del mercato ed essere molto convincenti quando si espone la propria soluzione al problema. Vorrei avere più competitor, ci aiuterebbero a vendere.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Riccardo Marchesi: Non dobbiamo solo considerare gli aspetti negativi della pandemia, bensì anche tutti quei cambiamenti positivi – che speriamo rimangano definitivi – che portano risparmi di costi, diminuzione del livello di inquinamento, etc.
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