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Veos Digital, l’Intelligenza Artificiale made in Italy

Intervista a Simone Geravini, CEO di Veos Digital, l’Intelligenza Artificiale made in Italy.
Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questa fase dell’emergenza COVID-19?
Simone Geravini: Fortunatamente bene. Oltre ai disagi che tutti abbiamo, la buona salute, che ritengo essere la priorità non solo in questo momento, non ci ha abbandonato.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce Veos Digital?
Simone Geravini: Dopo 10 anni nel mondo Fintech e Banking, in cui ho lavorato con tutti i principali player (Visa, MasterCard) e le più note istituzioni finanziarie italiane o estere (Sella, Fabrick, UBI, CheBanca, Unicredit, Bper, Mashreq, Sisal, Intesa, etc.) ho deciso di iniziare questa nuova avventura nel mondo Energy, settore che, a mio parere, ha enormi spazi di “finanziarizzazione” oltre a un grande gap tecnologico da colmare (si veda ad esempio EnelX e le attività che sta portando avanti).
Nello specifico, dopo aver fondato una precedente società nel 2016, gli stessi investitori che hanno finanziato l’avvio di questa azienda mi hanno chiesto di guidare una nuova realtà che potesse mettere a fattor comune tecnologia, prodotti e mercato, con un focus sull’Intelligenza Artificiale.
Abbiamo deciso quindi di portare a compimento un ulteriore aumento di capitale oltre a costituire un laboratorio di ricerca e sviluppo all’interno del Gruppo.
Il laboratorio ha come fine la commercializzazione di algoritmi di machine learning/artificial intelligence, oltre che la pubblicazione di articoli scientifici, coadiuvato dal team di sviluppo software che abbiamo internalizzato.
Come innova Veos Digital?
Simone Geravini: Le soluzioni che la nostra offerta commerciale prevede sono frutto del lavoro di ricerca del laboratorio: siamo all’avanguardia nella definizione e nella ideazione delle tecnologie che poi il nostro team di delivery e business consegna al Clienti.
Basti pensare che abbiamo definito un nuovo modello di AI che ha bisogno di pochi dati in input per alimentarsi, quando invece i metodi tradizionali hanno necessità di molte più informazioni per funzionare correttamente.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Veos Digital e come state affrontando questa crisi?
Simone Geravini: L’impatto maggiore è il lavoro a distanza, non sempre efficace ma sicuramente non così impattante come, purtroppo, è capitato ad altri settori produttivi.
Avete dovuto prendere decisioni difficili ? E quali sono le lezioni apprese?
Simone Geravini: Momenti come questi non sono mai facili quando si fa imprenditoria: se solitamente la “vision” deve essere sufficientemente proiettata in avanti per aggregare talenti, opportunità e interesse, in questi casi bisogna fare un ulteriore sforzo e spostare il limite in un futuro ancora più incerto, non dimenticando però la concretezza del “day by day” di cui tutte le Aziende sane si alimentano.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come vi proiettate, voi stessi e Veos Digital nel futuro?
Simone Geravini: Riordinando le idee, le intuizioni e le emozioni. É fondamentale pensare globalmente e agire localmente: aiuta a concentrarsi sull’immediato senza sacrificare l’ambizione a medio/lungo termine dell’Azienda.
Il panico non è mai un buon consigliere!
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Simone Geravini: Siamo tra i primi in Italia ad aver creato una realtà che unisce una visione “prodottocentrica”, lo sviluppo software e un laboratorio di ricerca applicata tutti sotto uno stesso tetto e con interessi comuni.
Pensiamo di essere una eccellenza che è stata in grado di richiamare in Italia dei cervelli in fuga che prima vivevano all’estero.
Il vostro sito Web ?
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Simone Geravini: Mi auguro vivamente che ognuno faccia al meglio la sua parte: le istituzioni, la politica, la società, la scuola e il comparto produttivo.
É fondamentale che l’istruzione e la scuola non vengano nuovamente interrotte o rischiamo di compromettere il futuro delle nuove generazioni su cui invece dobbiamo puntare.

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