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Stefano Guerrieri ci parla di PlayWood: Sistema di assemblaggio innovativo per costruire gli arredi

Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questa fase dell’emergenza COVID-19?
Stefano Guerrieri: La mia famiglia sta bene, ho un bimbo di appena due anni e non lo ferma di certo il covid, corre come un matto alla scoperta di tutto e tiene me e mia moglie attivi e vigili occupando ogni spazio. Nonostante ci sono poche occasioni per uscire tra il lavoro e la famiglia, la noia è un sentimento che non ci appartiene.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Stefano Guerrieri: Sono un designer e un creativo, da quando ho capito di avere la dote di poter immaginare qualcosa che spesso interpretava un trend ancora in divenire. Nonostante la laurea in economia, mi sono specializzato in design di interfacce web, comunicazione on-line e usabilità. Al prodotto sono arrivato per gradi, dopo aver lavorato per grandi agenzie pubblicitarie e sperimentato la realizzazione con grandi clienti come Adobe, Vodafone, Toyota, Lamborghini. Alla fine il prodotto fisico mi ha sedotto e dopo tanti anni di digitale il mio desiderio era di creare qualcosa che fosse concreto e tangibile. Per risolvere questo problema, PlayWood sviluppa un sistema di assemblaggio innovativo per costruire arredi: un’alternativa basata su un’usabilità semplicissima che favorisce il riuso di tavole di legno che grazie al sistema possono essere combinate per costruire mobili senza l’uso di viti, colle o bulloni.
Come innova PlayWood?
Stefano Guerrieri: PlayWood nasce nel 2014 in un garage a Reggio Emilia, da un’intuizione dei tre founders, Stefano Guerrieri, Mirco Bonilauri e Carlotta Nizzoli. Tutti prima di quel moneto avevamo passato lunghi periodi all’estero e eravamo consci che i contesti in cui viviamo stavano diventando sempre più temporanei e che le nuove generazioni avrebbero dovuto spostarsi sempre più spesso sia per necessità di studio che di lavoro. La nostra casa non era per sempre e il nostro arredo avrebbe dovuto essere molto più flessibile di quello scelto dai nostri genitori o ereditato dai nonni.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito PlayWood e come state affrontando questa crisi?
Stefano Guerrieri: Con l’emergenza covid, l’azienda ha affrontato nuove sfide, alcuni dei canali tradizionali su cui avevamo investito negli anni precedenti come il settore degli allestimenti fieristici e il canale distributivo retail, sono stati pesantemente colpiti. Per compensare i mancati introiti di questi canali, l’aziende ha deciso di affiancare alla vendita on-line del proprio sistema di assemblaggio, la vendita di arredi completi, prodotti interamente in Italia con tecnologie a controllo numerico e distribuiti secondo un modello direct to consumer che salta gli intermediari tradizionali.
Avete dovuto prendere decisioni difficili ? E quali sono le lezioni apprese?
Stefano Guerrieri: Pensiamo positivo, siamo abituati a rischiare e superare ostacoli importanti. Pochi giorni prima dell’esplosione dell’emergenza avevamo iniziato un aumento di capitale sul portale Mamacrowd, la raccolta dei fondi era per noi importantissima e contemporaneamente il momento era forse il peggiore che non avremmo mai potuto immaginare per un’attività di quel tipo. Forti dell’intuizione che il Covid-19 avrebbe costretto le persone a creare nel proprio spazio domestico uno spazio di lavoro, ci siamo focalizzati nel progettare una scrivania moderna, fruibile e consegnata rapidamente a casa. Il prodotto dal design minimale ha riscontrato subito un grande successo, tutti i dettagli sono stati pensati con grande attenzione: il pack è indistruttibile, la scrivania anche se trasportata dai corrieri arriva a casa perfetta, il montaggio è semplicissimo e il design moderno. Grazie alla nostra esperienza nell’e-commerce ad aprile in piena emergenza, i nostri canali di vendita on-line in Europa hanno registrato un + 363% e sul marketplace Amazon abbiamo raggiunto aumenti del fatturato a 4 cifre. La campagna di Crowdfunding è stata conclusa in maggio con successo e ora grazie agli ottimi ritorni del nostro advertising on-line possiamo utilizzare come acceleratore l’investimento di 300.000 € acquisito.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e PlayWood nel futuro?
Stefano Guerrieri: Cerchiamo di impegnarci al massimo, seguiamo da vicino i nostri clienti e cerchiamo di dare il miglior servizio possibile aggiornandoli costantemente sullo stato degli ordini. Siamo in prima linea con tutti i nostri fornitori e non esitiamo a farci in quattro per risolvere i problemi e le criticità del momento. Credo si percepisca anche dall’esterno che i nostri clienti lo sappiano e ci ripaghino con la loro fiducia. Il nostro team è molto coeso e le difficoltà vengono spartite sulle spalle di tutti per non mettere in crisi nessuno e fare fronte comune.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Stefano Guerrieri: Filo conduttore dei nostri prodotti ed elemento di coerenza della linea di arredo è l’utilizzo del sistema di assemblaggio PlayWood: permette di semplificare il montaggio a casa da parte degli utenti del prodotto acquistato, riducendo il tempo di montaggio di dieci volte rispetto al maggiore competitor di mercato, IKEA. Il nostro customer care è personale e il nostro rapporto con il cliente diretto. Il prodotto della startup si distingue dai competitors non solo grazie all’approccio distruptive, ma anche per le scelte ecosostenibili sul riuso e il minimo impatto ambientale. La produzione PlayWood è tutta Made in Italy e utilizza solo legno proveniente da foreste sostenibili. Il nostro sistema di assemblaggio pur essendo realizzato in plastica, è riutilizzabile infinite volte ed il ciclo di vita di ogni prodotto è esteso quanto più possibile grazie a un design modulare che ne consente l’applicazione in numerosi contesti.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Stefano Guerrieri: Ho molta voglia di uscire da mio comune per fare un giro in Mountain bike, mi manca un aperitivo con gli amici la sera. Da startup ci hanno insegnato come puntare all’exit! Nel breve spero possiamo tutti tornare ad assaporare una vera libertà anche se un contesto che sarà cambiato per sempre.
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