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Ugo Esposito ci parla di kapusons: Traguardi tecnologici e miglioramento dell’esperienza degli utenti

Come state, lei e la sua famiglia?
Ugo Esposito: Per fortuna bene ma abbiamo avuto e abbiamo molti amici, colleghi e conoscenti alle prese con il Covid. Cerchiamo di vivere con serenità rispettando tutte le restrizioni imposte dalla pandemia e cercando di fare una vita normale anche ora.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Ugo Esposito: Io ho un PhD in Comunicazione e Relazioni Internazionali alla Sapienza di Roma e da sempre cerco di coniugare con i miei soci la comunicazione digitale e lo sviluppo software con un’attenzione al sociale e alla crescita sostenibile, guardando anche a quello che accade fuori dal mondo del business puro. Il nostro studio è un punto di incontro di ricercatori, esperti di media digitali e grandi professionisti del mondo dello sviluppo: questa è la nostra forza dal 2003. Dal 2019 lavoriamo però ad uno spin-off che è un verticale che si occupa di e-health e abbiamo lanciato l’APP mySOLI, che è esploda quest’anno proprio durante la pandemia.
Come innova kapusons?
Ugo Esposito: L’innovazione è inscritta nel nostro lavoro. Non adottare nuove pratiche e nuovi strumenti significa rimanere di per sé andare indietro. L’innovazione tecnologica però si accompagna sempre ad una riflessione sulla metodologia e sull’approccio al prodotto e al cliente. La logica dello User Centered Design comporta un adattamento continuo ai nuovi comportamenti degli utenti in termini di usabilità, accessibilità e design delle soluzioni.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito kapusons e come state affrontando questa crisi?
Ugo Esposito: Questo è un anno davvero strano per noi perché la pandemia ci ha tolto la possibilità di stare insieme nel nostro hub creativo e produttivo ma paradossalmente ci ha fatto capire che siamo molto più squadra di quello che noi stessi pensavamo. La nostra produttività è aumentata e di conseguenza anche il fatturato trainato dalla nuova spinta alla digitalizzazione che si sta vivendo nel nostro Paese. Per fortuna eravamo già pronti allo smart working, che è una possibilità in kapusons che è esistita da sempre, ma abbiamo riorganizzato on line i nostri momenti di confronto interno e con i clienti. Soprattutto con l’APP mySOLI, che è dedicata alle case di cura e alle case di riposo, siamo entrati in contatto con realtà molto eterogenee nella gestione della crisi da nord a Sud ma accomunate dalla voglia di tutelare i propri ospiti e dare occasioni maggiori di osmosi della comunicazione tra interno e esterno delle strutture. La nostra APP serve proprio a diminuire la solitudine delle persone anziane o disabili che sono costrette a vivere in una RSA o in una casa di riposo. Mai come in questo momento la tecnologia è stata decisiva per superare l’isolamento!
Avete dovuto prendere decisioni difficili ? E quali sono le lezioni apprese?
Ugo Esposito: Abbiamo visto attorno a noi un mondo completamente cambiato, con grossi gruppi e player del nostro settore in crisi di idee, di fatturato e quindi di identità. Noi serviamo molto la P.A. e lì abbiamo visto una grande voglia di stare finalmente al passo con i tempi, con tutte le difficoltà imposte da procedure tortuose e molto spesso poco utili. Abbiamo di sicuro compreso che le risorse umane sono la cosa più importante che abbiamo nei momenti di difficoltà e abbiamo aperto le porte al “south working”: una chiamata a tutti coloro che abitando nelle regioni del Sud Italia vogliono lavorare con noi senza rinunciare a vive nel loro luogo d’origine. Lo smart working ci dà la possibilità di allargare i nostri orizzonti per reclutare nuove risorse e lo abbiamo fatto con molto piacere.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e kapusons nel futuro?
Ugo Esposito: Noi viviamo già nel futuro, immaginando mondi possibili e non impossibili: un mondo del lavoro più equo, un’azienda orizzontale che condivide obiettivi e scelte con i propri dipendenti e un rapporto trasparente con i clienti, che ci consenta di pianificare le scelte e le risorse.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Ugo Esposito: Nel nostro settore non esistono competitor ma solo altre società specializzate nel fare bene alcuni pezzi dell’immenso mondo che è costituito dai social, da Internet e dalle piattaforme di comunicazione digitale e dalle APP. La trasversalità dell’approccio non vuol dire generalismo ma avere un metodo replicabile che parte dai big data e dall’analisi delle dinamiche in rete e sui social e da lì prende le mosse per sviluppare i progetti di comunicazione senza promettere la luna ma con la razionalità e la coerenza del fare bene le cose ogni giorno. Nell’ambito delle tecnologie assistive mySOLi è una piccola APP e fa poche cose ovvero crea una comunità attorno alla persona anziana ospite di una struttura e la mette al centro di relazioni affettive vere. Stiamo continuando a sviluppare l’APP e a breve presenteremo nuove features che coinvolgeranno anche il personale sanitario.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Ugo Esposito: L’emergenza Covid sta mettendo a dura prova il tessuto connettivo sociale e produttivo del nostro Paese. Ci fa riscoprire l’importanza dei legami sociali e quanto sia fondamentale sapere assecondare il cambiamento imposto dalle tecnologie digitali. Rimette al centro dello sviluppo l’e-health, la formazione digitale e una transizione mai compiuta nel nostro Paese verso la qualità e l’eccellenza: tutte sfide da affrontare senza se e senza ma.
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