News
Viola Brugnatelli, Neuroscienziata & CEO, Cannabiscienza.it : “La quarantena ci ha permesso di risparmiare risorse investite nel comunicare il valore e le potenzialità dell’e-learning alla nostra audience”.

Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questa fase 3 dell’emergenza COVID-19?
Viola Brugnatelli : Tutto bene, grazie Kokou. Fortunatamente non sono mai stati trovati positivi tra i colleghi o familiari.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce Cannabiscienza.it?
Viola Brugnatelli : Sono una neuroscienziata, ricercatrice e docente sul Sistema Endocannabinoide attualmente presso l’Università degli Studi di Padova.
Co-fondo Cannabiscienza nel 2018 per provvedere percorsi di formazione diretti al personale medico-scientifico. Essendo una tematica molto importante su cui aggiornare i professionisti sanitari, e non essendoci ancora una rete di docenti in ogni università italiana per provvederla, mi focalizzo fin da subito sull’e-learning.
La formazione a distanza è l’elemento trainante della nostra attività imprenditoriale sia per ovviare i limiti di scalabilità e diffusione dell’accademia fisica, e quindi raggiungere quante più persone possibili velocemente, sia per superare la pratica di cattivo utilizzo del tempo di ricercatori e anziché far ripetere le stesse lezioni a classi di studenti possono concentrarsi su ricerca e sviluppo, e far fiorire le nostre accademie.
Anche in fase 3 continuiamo a fare ciò che ci appassiona, la divulgazione e formazione scientifica sulla Cannabis Medica e il Sistema Endocannabinoide con il patrocinio del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Università di Milano, del Piemonte Orientale, della Campania, dell’Ordine dei Medici di Milano e della Federazione dei Medici di Medicina Generale della Lombardia e della Luca Coscioni.
Come innova Cannabiscienza.it?
Viola Brugnatelli : Vi sono due ambiti di innovazione all’interno di Cannabiscienza.
Per primo: “Cosa facciamo”, ovvero, l’innovazione sociale che apportiamo educando su una tematica che è associata a stigma non giustificato o giustificabile sulla base delle evidenze scientifiche esistenti.
A fronte del fatto che il Legislatore permette la prescrizione di terapie a base di cannabinoidi -acquisibili in farmacia- e che quasi 20 milioni di persone in Italia potrebbero migliorare la qualità della propria vita con questi prodotti, solo pochissimi sono i pazienti che riescono ad utilizzare Cannabis Medica.
La ragione di questo squilibrio è dovuta essenzialmente ad una lacuna formativa sulle funzioni fisiologiche del Sistema Endocannabinoide e dei principi attivi della pianta di Cannabis.
Il secondo ambito di innovazione è “Come lo facciamo”, ovvero la nostra didattica.
Cannabiscienza nasce come piattaforma e-learning, parola che prima della quarantena, a molti era ancora sconosciuta. La nostra didattica integra scienza, narrazione, arte, suoni, interazione della community; ogni elemento è studiato con attenzione per ottimizzare la capacità di ritenzione delle informazioni, attenzione e interesse del discente.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito la vostra attività e come state affrontando questa crisi?
Viola Brugnatelli : Durante il periodo di quarantena abbiamo interrotto le nostre attività residenziali (che abbiamo in molti casi convertito a workshop o seminari online) e di informazione scientifica con medici e farmacisti che erano altresì oberati di lavoro.
La gran parte del nostro team lavora in remoto e siamo abituati ad avere collaboratori in collegamento internet, perciò le riunioni e attività redazionali, di vendita e marketing o di programmazione e sviluppo non hanno subito problematiche, in quanto lo “smart working”, passaggio difficile per molte aziende, lo abbiamo un po’ nel DNA aziendale.
La quarantena ci ha permesso di risparmiare risorse investite nel comunicare il valore e le potenzialità dell’e-learning alla nostra audience.
A differenza di molte accademie, con server spesso non funzionali per gli afflussi della quarantena, o con colleghi non preparati alla didattica online, la nostra azienda era strutturalmente pronta per la formazione a distanza e l’aumento di utenze è stato gestito in maniera eccellente dai colleghi in smart working.
Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?
Viola Brugnatelli : La decisione più difficile è stata quella di congelare la raccolta di equity funding in corso.
Allo scoppio della pandemia in Italia e la conseguente forte incertezza sui mercati finanziari, a seguito del confronto con i primi investitori esteri, abbiamo deciso di posticiparla fino che la situazione d’emergenza non sarebbe tornata sotto controllo.
Ci siamo così rimboccati le maniche e non tutti i mali vengono per nuocere. Ora arriveremo al prossimo round con una traction ed esperienza maggiore.
Come gestite lo stress e l’ansia in questa fase 3 dell’emergenza e come vi proiettate, voi stessi e la vostra azienda nel futuro?
Viola Brugnatelli : In merito alla gestione dello stresso ho scritto proprio un articolo intitolato “COVID-19 e Sistema Endocannabinoide: 5 metodi per rinforzarci”!
In merito alla seconda domanda, Cannabiscienza entra ora in un nuovo capitolo emozionante per la crescita aziendale.
Da un lato, dopo quasi un’anno dall’avvio della procedura di iscrizione, Cannabiscienza è stata riconosciuta dall’Agenzia Nazionale della Sanità come Provider di corsi di formazione a distanza accreditati per l’Educazione Continua in Medicina (ECM), ovvero crediti di aggiornamento che ogni professionista sanitario è obbligato ad ottenere per legge.
Inoltre, superata la fase di validazione dell’idea imprenditoriale sul mercato italiano, ci stiamo preparando all’espansione estera in altre lingue. Questo permetterà l’attenzione e supporto di sponsor esteri che intendiamo attrarre per facilitare la ricerca e ricercatori italiani, ad oggi ancora elementi totalmente precari nel mondo del lavoro, ma che la stessa esperienza della pandemia ha dimostrato essere fondamentali.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Viola Brugnatelli : Ad oggi come ieri, in mancanza di precisi competitor che ci affianchino per settore e servizi, il competitor principale è rappresentato dallo stigma che ancora viene associato alla pianta di Cannabis nella società italiana e conquistare quindi la fiducia dell’utente finale.
L’autorità del comitato scientifico, la rigorosità e trasparenza scientifica dei contenuti e la presenza di enti accademici patrocinanti l’iniziativa, elementi distintivi della Società, sono il frutto di una comunicazione istituzionale iniziata in fase di avvio di impresa che puntava a dare proprio a questo problema una soluzione concreta e facilmente riconoscibile dall’utente.
Il vostro sito Web ?
Viola Brugnatelli : cannabiscienza.it
In merito a questa emergenza, potrebbe la Cannabis Medica essere una cura efficace?
Viola Brugnatelli : La ricerca sulla Cannabis condotta fino al periodo pre-pandemia, ha mostrato che questa pianta e i suoi costituenti hanno delle proprietà anti-infiammatorie ed anti-microbiche che potrebbero ritornare utili ora che la pandemia COVID-19 ha coinvolto (e sconvolto) quasi tutto il mondo.
Non c’è nessuno studio però che confermi l’efficacia di cure a base di Cannabis per il trattamento dell’infezione da COVID-19. Almeno per ora.
In un futuro anche prossimo, però, le cose potrebbero cambiare.
La ricerca scientifica in questo campo non si ferma e vari studi stanno analizzando la possibilità di utilizzare preparati a base di Cannabis o dei suoi componenti per trattare le infezioni da nuovo coronavirus.
L’azienda farmaceutica InnoCan Pharma, in collaborazione con l’Università di Tel Aviv in Israele, ha avviato una sperimentazione per sviluppare un approccio innovativo per il trattamento del coronavirus COVID-19, utilizzando esosomi caricati con CBD. Gli esosomi sono nano-vescicole cellulari prodotte in laboratorio che possono essere utilizzate per veicolare un farmaco in distretti anatomici specifici. I polmoni in questo caso, sede primaria dell’infezione da COVID-19.
Ancora in Israele, l’Ichilov Medical Center di Tel Aviv ha lanciato uno studio per testare l‘efficacia della Cannabis nel trattamento di pazienti COVID-19 con sintomi moderati. Si cercheranno di sfruttare quindi le proprietà anti-infiammatorie della Cannabis e del CBD in particolare per migliorare il quadro infiammatorio conseguente all’infezione da nuovo coronavirus.
Uno ricerca simile è stata proposta anche in Canada. Secondo l’azienda Cannalogue, specializzata in Cannabis Medica, “i cannabinoidi vegetali hanno proprietà immunomodulanti naturali che richiedono assolutamente un’indagine accelerata, data l’attuale pandemia globale di COVID-19 “.
L’azienda farmaceutica CannaSoul sta testando un’innovativa formulazione a base di terpeni (il “profumo” della cannabis), chiamata NT-VRL™, da assumere per via inalatoria, che dovrebbe essere in grado di “abbassare la risposta del sistema immunitario senza sopprimerla”. Lo studio clinico verrà svolto presso l’Israel Institute of Technology ad Haifa.

-
Risorse3 anni ago
Perché un broker è essenziale per la pianificazione dei tuoi investimenti
-
Risorse2 mesi ago
10 migliori software gratuiti per l’ottimizzazione del PC
-
Notizie2 mesi ago
20 startup italiane da seguire nel 2025
-
News4 anni ago
Switcho, la start-up che aiuta a risparmiare sulle proprie spese