News
Alessandro Monterosso ci parla del successo di PatchAi: Trasformare l’healthcare attraverso un assistente virtuale empatico
Come state, lei e la sua famiglia?
Alessandro Monterosso: Grazie stiamo tutti bene e ci stiamo abituando ad una nuova normalità. Stiamo molto attenti ai protocolli e seguiamo le indicazioni sanitarie. Visto il nostro lavoro in healthcare e la nostra esperienza, abbiamo amici e colleghi che ci raccontano la difficile vita in corsia: siamo vicini a tutti loro e li ringraziamo per il continuo impegno.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Alessandro Monterosso: PatchAi nasce nel 2018 dall’esperienza acquisita da noi quattro fondatori. Filip Ivancic, Kumara Palanivel, Daniele Farro ed io abbiamo un background clinco e abbiamo acquisito profonda esperienza in campo clinico: siamo medici, infermieri e farmacologi.
Proprio tra le corsie dell’ospedale, lavorando sui trial di oncologia pediatrica, ho notato che la raccolta dei dati avveniva principalmente su carta (circa nel 50% dei casi). In parallelo il coinvolgimento e il dialogo con i pazienti poteva essere ottimizzato per migliorare il monitoraggio domiciliare del paziente, la sua esperienza ed educazione, oltre all’aderenza alla terapia e alla raccolta dei dati: in questo modo si sarebbe dato un supporto concreto per abbreviare il go-to-market di farmaci innovativi e più personalizzati.
Da qui l’idea di creare uno strumento digitale innovativo per raccogliere le informazioni che di norma vengono raccolte durante uno studio clinico (Patient Reported Outcomes), e che lo facesse ponendo il paziente al centro, in maniera coinvolgente, conversazionale ed empatica grazie all’intelligenza artificiale.
Così è nata la piattaforma PatchAi®, dispositivo medico di Classe I, lanciata sul mercato a fine 2019 classificata come Software as Medical Device (SaMD). I dati preliminari sui pazienti che la utilizzano mostrano un’aderenza al protocollo fino al 95%, significativamente superiore rispetto agli altri applicativi presenti oggi sul mercato e fino a 9 volte superiore rispetto alle soluzioni cartacee.
Il nostro obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita delle persone, dando un supporto concreto a aziende farmaceutiche nell’abbreviare il go-to-market di farmaci innovativi, più sicuri, più economici e più personalizzati. Vediamo il futuro del Pharma e del digital therapeutic come la convergenza tra scienze, tecnologia e innovazione, ove la persona è al centro.
Come innova PatchAi?
Alessandro Monterosso: Ponendo il paziente al centro e utilizzando l’empatia. Abbiamo ha sviluppato un assistente virtuale empatico che utilizza l’intelligenza artificiale e il machine learning per personalizzare il dialogo con il paziente e raccogliere Conversational Patient Reported Outcomes (Co-PRO®).
Adottiamo un approccio patient-oriented, aiutiamo a migliorare l’autogestione delle condizioni di salute degli utenti, l’aderenza al protocollo e alla terapia mentre supportiamo le equipe di professionisti sanitari grazie alla disponibilità di dati real-time (Real World Data) in merito alle condizioni di salute dei pazienti.
La nostra piattaforma modulare cloud end-to-end rappresenta un ulteriore passo in avanti nel guidare la trasformazione digitale dell’Healthcare e apre la strada alla sostenibilità del sistema sanitario, all’ottimizzazione dell’erogazione dei servizi sanitari garantendo il coinvolgimento del paziente in ogni fase.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito PatchAi e come state affrontando questa crisi?
Alessandro Monterosso: La pandemia ha dato una forte accelerazione al digital healthcare e un’ulteriore spinta all’evoluzione di PatchAi che già si era focalizzata su patient engagement e attenzione alla patient experience. Durante la pandemia Covid-19 i sistemi sanitari internazionali sono stati colpiti su larga scala, riscontrando la brusca interruzione o la drastica modifica dei percorsi di cura standard; proprio durante l’emergenza abbiamo capito che con PatchAi potevamo dare il nostro contributo concreto nel supportare il sistema nella presa in carico digitale dei percorsi terapeutico-assistenziali tradizionali.
Lo scorso anno è nato, in collaborazione con Roche Italia, il progetto per lo sviluppo di PatchAi for Smart Health Companion, il servizio di salute digitale disponibile in Italia a supporto gratuito di medici e pazienti con patologie emato-oncologiche coinvolti nel progetto A luglio 2020 abbiamo lanciato la soluzione nata dall’ascolto di clinici e associazioni di pazienti, entrando così nella pratica clinica insieme alla funzionalità di videoconsulto. Un altro punto attiene alle operation: PatchAi è basata a Padova ed offre, già prima della pandemia, la possibilità a tutto il team di lavorare smart e in smart working (ovvero da remoto).
Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?
Alessandro Monterosso: La pandemia ha destabilizzato il mercato. Non è stato facile prendere la decisione di continuare a crescere velocemente nonostante i potenziali (altissimi) rischi emergenti. Abbiamo imparato che la pronta risposta agli stimoli esterni è essenziale per poter navigare in un mercato complesso come quello sanitario.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e PatchAi nel futuro?
Alessandro Monterosso: Viviamo e respiriamo come un team. La nostra squadra ci dimostra quotidianamente passione, energia e resilienza. Lavoriamo nel digital healthcare, con e per i pazienti. Sentiamo una forte responsabilità e mettiamo il massimo impegno nel garantire il più alto standard di qualità: il nostro punto fisso è quello di comprendere come supportare ulteriormente pazienti ed equipe di professionisti nel settore sanitario. La pandemia ha accresciuto l’interesse verso soluzioni di sanità digitale, allo stesso tempo circa il 70% dei trial clinici ha subito rallentamenti nei primi mesi del lockdown (Accenture, 2020). Risulta chiaro ormai che i clinical trial decentralizzati rappresentano il nuovo paradigma delle sperimentazioni cliniche.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Alessandro Monterosso: Il mercato Digital Health è in costante evoluzione, è difficile definirlo ancora come un settore tout court. Ci sono operatori comparabili con specialty diverse. Relativamente alle sperimentazione cliniche, vi è una filiera di realtà attive nelle diverse fasi della value chain (dal reclutamento dei pazienti, alla raccolta dei dati fino al miglioramento del coinvolgimento del paziente).
I clinical trial decentralizzati e virtuali rappresentano il futuro delle sperimentazioni cliniche ed è un mercato caratterizzato dalla leadership di imprese statunitensi (es. Medable). Anche il mercato europeo è in grande crescita (es. Trialbee, Kayentis), con un numero crescente di deal tra società farmaceutiche e startup per l’adozione di soluzioni di sanità digitale durante le sperimentazioni cliniche.
Tuttavia, sul mercato poca attenzione è data al coinvolgimento del paziente ma vi è un maggiore focus su soluzioni che coprono diverse fasi della value chain. PatchAi cerca di colmare questo gap, con una soluzione patient-first. Già nelle fasi di design lavoriamo con pazienti esperti e associazioni di tutela del malato per realizzare prodotti digitali che siano usabili e che migliorano l’aderenza alla terapia.
Crediamo fortemente che i bisogni del paziente siano il punto di partenza nello sviluppo di questo genere di soluzioni. PatchAi® include un assistente virtuale empatico che personalizza l’esperienza del paziente a livello individuale, supporta l’utente nel completamento delle attività richieste dal protocollo di ricerca e nell’autogestione delle proprie condizioni di salute facilitando i contatti con il proprio team di cura.
Pazienti più aderenti significano, ad esempio, una migliore raccolta di dati per testare nuovi farmaci, una riduzione del drop-out, riduzione dei ritardi nel go-to market di nuove terapie e possibilità per aziende pharma e clinici di disporre di analisi predittive sul paziente e relative alle performance dello studio. Puntiamo quindi ad essere leader nello sviluppo di soluzioni di patient engagement per la ricerca clinica.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Alessandro Monterosso: Siamo sempre positivi e guardiamo al futuro con speranza e consapevolezza. Dalle situazioni più difficili nascono opportunità: mai più di ora restiamo lucidi e concentrati per pensare a questo momento come ad una fase e volgere lo sguardo al futuro. Le sperimentazioni cliniche si basano su un modello che difficilmente si adatta alla nuova normalità e la tecnologia rappresenta non solo un’opportunità, ma diviene necessaria per coinvolgere il paziente. Il cambio di paradigma verso clinical trial decentralizzati è già in atto, ma si attende una rapida evoluzione negli anni a venire.
La trasformazione digitale della sanità è in essere, stiamo contribuendo a tutto questo. Nel nostro team stiamo lavorando sodo per produrre evidenze che ci permettano di diventare un Digital Therapeutic, focalizzandoci in aree di maggiore bisogno come l’oncologia. Nei prossimi anni ci piacerebbe rendere PatchAi la prima Prescription App in Italia, supportando oltre 1 milione di utenti a livello globale.
Link utili:
I nostri canali social:
○ LinkedIn, https://www.linkedin.com/company/ai-patch
○ Facebook, @PatchAiVirtualAssistant, https://www.facebook.com/PatchAiVirtualAssistant
○ Twitter, @iPatchapp, https://twitter.com/iPatchapp
○ Instagram, @patch.ai, https://www.instagram.com/patch.ai