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La nostra intervista a Cosimo Maria Palopoli, Managing Director di IUV S.r.l.
IUV S.r.l. preserva gli alimenti con rivestimenti che si mangiano, garantendo freschezza e naturalità.
Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questo periodo di emergenza COVID-19?
Fortunatamente, uniti, in serenità e in piena salute.
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale?
Sono Cosimo Maria Palopoli, Tecnologo Alimentare, per essere più chiari nei confronti dei lettori, un ingegnere agroalimentare, laureato in Tecnologie Alimentari all’Università degli Studi di Firenze e in Scienze e Tecnologie Alimentari all’Università Cattolica del Sacro Cuore, con Lode; attualmente Managing Director, nella società IUV S.r.l.
IUV S.r.l. è una startup italiana innovativa, fondata nel 2019, operante la ricerca, lo sviluppo, la produzione e la vendita di packaging innovativi, sostenibili e naturali plastic-free: nel campo FMCG, in area Cosmesi, Food&Beverage, Home Care, Logistica, Personal Care e Pharma.
La mia carriera è iniziata nel lontano 2011 sui banchi di scuola, al liceo scientifico sperimentale – progetto ‘Brocca’ – quando affrontammo un paper scientifico in business english nel settore Food&Beverage. “A colpirmi fu il terribile rapporto FAO che denunciava 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti persi e sprecati.”
Un dato che mi fece riflettere profondamente e pensare ingenuamente che, forse, gli stessi scarti dell’agro-food avrebbero potuto costituire una ricchezza inestimabile alla risoluzione del problema; o che per ipotesi potessero essere nuovi materiali sostitutivi alle plastiche.
Un’intuizione semplice quanto complessa, da cui prende avvio il mio percorso professionale.
Anno 2013, primi anni dell’università. Sono stati anni fondamentali al mio percorso, il trampolino di lancio se così possiamo dire, attraverso cui ho potuto apprendere, comprendere, esplorare ed approfondire il campo dell’innovazione, e dei processi, in ambito FMCG nell’area operativa della sostenibilità, dell’economia circolare e della green business innovation; formazione indispensabile da cui ho potuto maturare una profonda consapevolezza allo sviluppo di strategie e modelli di business orientati alla valorizzazione delle risorse di scarto (end by-products) della supply chain.
Anno 2017, progetto COLUMBUS’ EGG. Ha rappresentato l’anno di svolta alla concretizzazione dei miei studi e alla nascita (2019) della startup IUV. Attraverso il percorso studi affrontato in Università Cattolica, ho avuto modo di poter dare concretezza allo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie non convenzionali nel settore del largo consumo food attraverso prime applicazioni reali: rivestimenti di origine naturale, edibili, interamente biodegradabili e compostabili per mozzarella, Made in Italy.
Uno sforzo di ricerca dai risultati inaspettati, riconosciuto da numerosi premi all’idea di progetto quali a titolo esemplificativo: Mindset Program Silicon Valley, StartCup Emilia-Romagna, Premio Gaetano Marzotto, EIT Climate-KIC, Italian Innovation Day Tokyo, CNA Premio Cambiamenti… e dallo spiccato interesse suscitato presso gli organi di stampa (Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Il Resto del Carlino, La Nazione, Today, Startup Business, EconomyUp, CorCom, StartUpItalia, Beeness, Cibi Expo, MarkUp, etc.); nonché da numerose realtà di settore.
Un progetto che mi ha offerto, ulteriormente l’opportunità di conoscere approfonditamente l’ecosistema italiano ed internazionale dell’imprenditorialità e dell’innovazione, nonché i suoi attori chiave ed il mondo delle Startup Innovative, ad alta vocazione tecnologica.
Grazie alle competenze sviluppate negli Stati Uniti a San Francisco in Silicon Valley, a Tokyo con JETRO-NTT Data e con EIT Climate KIC, AR-TER Cons S.c.p.a, a livello Europeo, ho avuto l’opportunità di conoscere i più grandi acceleratori e advisor/mentor di PMI e Big Corporate di settore Food/Non-Food riusciendo ad acquistare la consapevolezza all’uso di metodologie e strumenti di Design Thinking, Lean Startup e Business Modelling per lo sviluppo di progetti, servizi, prodotti o business in diversi ambiti. O a poter gestire, ulteriormente, progetti complessi sotto ogni lato creativo, organizzativo e gestionale; ed a instaurare e a mantenere una fitta rete di relazioni con il mondo dell’innovazione-Corporate, Fondazioni, Pubblica Amministrazione, Terzo Settore, ecc.
Piccoli passi, che hanno portato a convertire una semplice idea a un progetto di impresa, ambizioso, concreto e realmente innovativo: IUV S.r.l. Anno 2019, fondazione IUV S.r.l. L’inizio di lunga avventura: IUV, il motore dell’innovazione.
Come innova la vostra azienda?
Creiamo il futuro realizzando sistemi di confezionamento innovativi, sostenibili, commestibili, completamente biodegradabili a partire da fonti di origine naturale e scarti della filiera, ispirandoci dalla natura.
Le linee di prodotto attualmente presenti in IUV sono: COLUMBUS’ EGG, AEGIS.
COLUMBUS’ EGG
È una formula a base di biopolimeri naturali biobased, biodegradabili-compostabili, volta a preservare o a migliorare la freschezza, la stabilità, la durabilità, l’aspetto, il sapore, il colore e il profumo degli alimenti.
Le soluzioni offerte dalla tecnologia COLUMBUS’ EGG si declinano in due soluzioni:
- pellicole edibili-biodegradabili
- film biodegradabili
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– Pellicole edibili-biodegradabili
Sono sistemi di rivestimento alimentari multistrato solido-elastici ottenibili a partire da formulati liquidi per immersione ripetuta.
È possibile poter conferire al prodotto confezionato specifiche tecniche versatili, quali numero strati, dimensioni, spessore, colore, aroma e sapore attraverso l’impiego di sottoprodotti e scarti dell’industria agroalimentare. O ulteriormente, sulla base delle esigenze cliente migliorare ulteriormente la durabilità commerciale dell’alimento attraverso l’inclusione di antimicrobici naturali o di sintesi, autorizzati dalla legislazione vigente, o arricchire il rivestimento con prodotti funzionali al benessere del consumatore, quali probiotici e prebiotici.
Le pellicole edibili-biodegradabili trovano applicazione nel comparto alimentare come FIAs ad alimenti freschi solidi ad alta umidità HMF (High Moisture Foods) o a bevande, come succhi, bibite, sport drink.
– Film biodegradabili
Lamine monostrato/poli-accoppiate, attraverso collanti naturali o di sintesi, ottenibili mediante estrusione, come da figura, a partire da formula COLUMBUS’ EGG.
Si applicano per il confezionamento, il contenimento, la protezione di alimenti secchi solidi, in polvere, o a bassa umidità LMF (Low Moisture Foods), di largo consumo.
AEGIS
È una formula a base di biopolimeri naturali biobased, biodegradabili-compostabili, dedicata al confezionamento di beni di largo consumo non food. Oltre ad individuare la formula oggetto di brevetto, il nome prescelto dall’azienda rappresenta un’idea di innovazione e di promozione allo sviluppo sostenibile per le future generazioni, ed il marchio che IUV intende registrare.
Le soluzioni offerte dalla tecnologia si declinano in due soluzioni:
- AEGIS pods
- Film biodegradabili
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– AEGIS pods
Rivestimenti multistrato versatili, biodegradabili che trovano applicazione nel comparto toiletries, cosmesi e cura della casa. È possibile poter conferire al prodotto confezionato specifiche tecniche versatili, quali numero strati, dimensioni, spessore, colore e aroma attraverso l’impiego di sottoprodotti e scarti dell’industria agroalimentare.
– Film biodegradabili
Lamine monostrato/poli-accoppiate, attraverso collanti naturali o di sintesi, ottenibili mediante estrusione, stampaggio a partire dalla formula COLUMBUS’ EGG. Si applicano per il confezionamento, il contenimento, la protezione di prodotti di largo consumo non food.
Le soluzioni offerte da IUV sono in grado di sostituire gran parte delle plastiche monouso e di superarne tutti i limiti di impatto ambientale. Nel segmento dell’area food, oltre che favorire la protezione e il contenimento dei prodotti, le soluzioni proposte sono in grado di favorire una durabilità attraverso l’impiego di componenti naturalmente presenti in natura, a basso costo e con ridotto impatto energetico.
Attualmente sono in corso test per valutare l’impronta al carbonio e di life cycle assessment di prodotto. La società, può già anticipare che i valori oggetto delle prove possono attestarsi su valori inferiori a 1 kg di CO2 eq. per 1 Kg di prodotto, contro, ad esempio, i 3.23 dell’alluminio, 2 di PP, 1.86 HDPE, 1.52 RPET, PLA 1.01.
I nostri prodotti, oltre ad essere biodegradabili ed esenti da microplastiche, hanno la caratteristica di potere essere edibili, biobased da fonti rinnovabili a basso costo, non sottratte al consumo alimentare o a terre dedicate alla produzione agricola, o da scarti delle lavorazioni dell’industria agroalimentare.
Attualmente la tecnologia è sviluppata, brevettata e in attesa di industrializzazione. IUV Srl – che ad oggi ha promosso il progetto grazie ad operazioni di autofinanziamento – auspica di trovare i giusti investimenti per la crescita dell’impresa ed è disponibile ad accogliere investitori sia italiani che esteri. La start- up mira a raccogliere almeno 400mila euro da investitori esterni nei prossimi 3 anni per finanziare la propria espansione.
In che modo la pandemia da COVID-19 colpisce la vostra attività e come state affrontando questa crisi?
Il 2020 avrebbe segnato un importante punto di svolta e di crescita alla nostra società. Era in atto, da tempo, la conclusione di un accordo con importante multi-gruppo FMCG in cui sarebbe stato previsto l’ingresso nella startup IUV ed un piano di investimenti per dare avvio a uno strategico progetto per sviluppo di verticali nel mercato ad un anno dalla sigla degli accordi di partnership.
La pandemia COVID ha spostato l’interesse del partner verso le urgenze produttive necessarie a fronteggiare questo periodo di crisi, ponendo fine alle trattative.
Attualmente, stiamo riorganizzando le strategie operative di IUV cercando di spaziare svariati settori in Italia, e con particolare riguardo all’estero.
Avete dovuto fare delle scelte difficili in questa situazione di emergenza? E quali sono le lezioni apprese?
Al momento, no. Abbiamo potuto maturare apprendere solo grazie al fattore esperienza come sia folle puntare tutto su unico progetto, tralasciando altre opportunità. Questa è una lezione che ci porterà in futuro a non ripetere questo stesso errore.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo e come vi proiettate, voi stessi e la vostra azienda nel futuro?
Nel nostro team abbiamo una buona carica di ottimismo, nonostante l’indubbio effetto negativo che la pandemia ha provocato sull’azienda. Lo stress lo gestiamo (serenamente) programmando il futuro.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Attraverso approfondite indagini ed analisi condotte dal team abbiamo osservato nell’ultimo triennio un trend di crescita in continua ascesa in rif. alla platea competitors. Un mercato che prevede da un lato players dal taglio Big Companies (Amcor, Ball, Bio-On, Crown Holdings, Gualapack, International Paper, Mondi, Owens-Illinois, Reynolds Group, Sealed Air, Smurfit Kappa, Stora Enso, WestRock, ecc.) e dall’altro Startup/Spin-Off (Abeego, Alkivio, Amam, Apeel Sciences, Bakeys, Biobarr, Bluwrap, Caviaroli, DisSolves, Do eat, Eggplant, Evoware, Freshstrips, HuskeeCup, Incredible Foods, Packtin, Paptic, Tomorrowmachine, Stonyfield, Scoby, Skipping Rocks Lab, Loliware, Mantrose, Planeta Renewables, Proinec, Nanomnia, Naturen, Nohbo Drops, Nuatan, Kanesis, Sulapac, ecc.).
Se dal lato Corporate parliamo il più volentieri di riformulazioni e rimodellamenti di soluzioni già esistenti a mercato (cartone e cartonati, bioplastiche, vetro, alluminio), è dal lato startup che assistiamo a una vera è proprio rivoluzione dei materiali FMCG, innovativi ed efficaci nell’area packaging.
Oltre a IUV, attualmente, si contano poche aziende nel mondo che siano arrivate ad oggi a progettare materiali per packaging (MVP o prototipali) realmente innovativi e completamente sostenibili dal punto di vista ambientale. Tra queste rientrano, a titolo non esaustivo, Apeel Sciences (US), Mantrose-Haeuse Co. Inc. (US), Proinec (ESP), Skipping Rocks Lab (UK), Wiki Pearl (US), Packtin (IT), ma nessuna di loro, al momento, è ancora stata in grado di formulare un’offerta su larga scala della propria soluzione. Focalizzandosi sull’Italia, si rileva la presenza di un unico competitor (Packtin, spinoff UniMore) i cui sforzi sono però rivolti verso un’altra fase del ciclo produttivo del packaging (recupero scarti e conversione in polimeri).
Da segnalare, recentemente, l’avvento di un giovane spinoff promosso da IIT (istituto italiano tecnologia): Alkivio. A livello europeo, invece, si registra principalmente un’azienda britannica (Skipping Rocks Lab) già a buon punto nella progettazione del proprio packaging biodegradabile ma la cui tecnologia è destinata unicamente a rivestire sostanze fluide. Ed in aggiunta Sulapac, startup finlandese, nella produzione di vasetti per cosmetici. Lo scenario attuale risulta quindi ancora estremamente aperto e senza player che abbiano acquisito un vantaggio significativo, e la sostanziale assenza di aziende con un qualsiasi tipo di leadership consolidata nel mercato del packaging sostenibile è un elemento dalla portata non trascurabile per facilitare la conquista di quote di mercato rilevanti da parte di IUV.
Le soluzioni di packaging proposte da IUV fanno leva per determinate qualità, oltre che per il loro impatto positivo sull’ambiente quali: la scalabilità, imprescindibile perché la tecnologia venga adottata da aziende che producono su volumi massivi; la versatilità, estremamente vantaggiosa per chi opera su più linee di prodotto; la personalizzazione, in grado di garantire la massima compatibilità e la sinergia tra involucro e contenuto.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
La fragilità dei sistemi economici, messi a dura prova dalla situazione emergenziale COVID, ci fa riflettere quanto sia cruciale per i paesi avere nel paniere dei servizi pubblici sistemi nazionali rodati, efficaci ed efficienti per poter tutelare la cura e il benessere delle persone. Mentre la testimonianza emblematica Issinova, che ha trasformato maschere da sub Decathlon in respiratori per malati COVID, ci insegna (o almeno dovrebbe) allo Stato e al management dirigenziale italiano, tradizionale, quanto possa essere straordinario il valore delle startup all’economia italiana e alla ricchezza di un paese; e come sia pertanto strategico alzare una bandiera investimenti a favore dell’innovazione, dell’inventiva e della gioventù per risollevare un paese ormai segnato da una profonda crisi debitoria e di mancata crescita, più che ventennale.
In questo quadro ampio mi auguro che in post-COVID (P.D) si possa ritornare, nuovamente a parlare di: Sostenibilità.
Il nostro futuro può e deve essere affrontato con una nuova prospettiva di logica alla salvaguardia del pianeta, sotto il profilo di disinquinamento attraverso strategie, sistemi, prodotti, processi volti alla rimozione graduale delle plastiche, o alla valorizzazione di nuove energie, capaci di abbattere con risoluzione le emissioni di CO2 e qualsiasi altra fonte di inquinamento; nonché di apportare e generare valore verso un consumo responsabile, sostenibile ed etico. Siamo prossimi al punto di non ritorno, per salvaguardare il nostro pianeta. È tempo di agire.