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Enrico Scianaro ci parla di Insoore: “Con intraprendenza e un team unito abbiamo innovato anche in pandemia”

Enrico Scianaro, CEO della startup insurtech: “Ci ha guidato la nostra voglia di farcela, grazie alla quale abbiamo ottenuto risultati importanti e la rinnovata fiducia dei clienti”.
Come state, lei e la sua famiglia?
Enrico Scianaro: Tutti bene per fortuna, grazie. Spero altrettanto per lei e i suoi cari.
Ci parla di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Enrico Scianaro: La storia di Insoore inizia nel 2015, quando con Vito Arconzo decidiamo di fondare Whoosnap, una startup accelerata da Luiss EnLabs. Il progetto era ambizioso: permettere alle testate giornalistiche e alle aziende che operano nel mondo della comunicazione di entrare in contatto con una vasta community di fotografi e videomaker per ottenere immagini certificate e in tempo reale.
L’idea piacque subito: chiunque scaricava l’app di Whoosnap poteva iniziare da subito a guadagnare scattando foto e video con il proprio smartphone. In poco tempo vedemmo crescere la community: migliaia di utenti la utilizzavano in diversi Paesi d’Europa. Iniziammo quindi a chiederci se l’idea non fosse adattabile anche ad altri settori. Dopo uno studio approfondito del mondo assicurativo e dopo aver coinvolto sviluppatori selezionati per creare una piattaforma tecnologica e un’app dedicata, nel 2017 nacque Insoore.
Il modello che proponevamo alle compagnie assicurative era semplice: avere a disposizione una rete di esperti presenti capillarmente sul territorio per effettuare rilevazioni video-fotografiche utili alla stima dei danni da parte dei periti. Obiettivi: ottimizzare, velocizzare i tempi, ridurre il rischio frodi, aumentare la customer experience e, di conseguenza, anche la customer satisfaction degli assicurati. Si trattava di una rivoluzione nel mondo del claims management. Oggi possiamo dire che il modello ha funzionato.
Insoore attualmente ha una community di centinaia di esperti in Italia, pronti a effettuare ispezioni in tempo reale e on demand. Nell’ultimo anno abbiamo gestito oltre 25 mila ispezioni con decine clienti tra cui le maggiori compagnie assicurative, aziende di fleet management, broker e case auto.
Come innova Insoore?
Enrico Scianaro: Siamo partiti da un modello standard. All’inizio ci occupavamo solo delle rilevazioni. Poi col tempo abbiamo lavorato per riuscire a coprire le varie parti del processo di gestione del sinistro. Abbiamo messo in piedi un back office specializzato, abbiamo dato vita a un team interno di periti e liquidatori. Grazie a questi passaggi, siamo riusciti a comprendere meglio le dinamiche e le esigenze dei nostri clienti, così da poter ottimizzare ulteriormente i vari passaggi e offrire soluzioni diversificate e, di conseguenza, anche più efficaci.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito Insoore e come state affrontando questa crisi?
Enrico Scianaro: Non ci siamo mai fermati. O meglio: per il periodo del primo lockdown la nostra community è stata ferma, ma noi abbiamo cercato di garantire i servizi ai nostri clienti. Così, come è nella nostra natura di startup, abbiamo affrontato la situazione nuova che avevamo davanti ricorrendo alle nostre risorse migliori: la capacità di fare squadra e menti allenate a trovare soluzioni di fronte agli imprevisti. Siamo riusciti per fortuna, lavorando sodo e non perdendoci d’animo, a offrire soluzioni adeguate al momento difficile che tutti stavamo vivendo. Per noi si è trattato di una prova non da poco, che ha consolidato il rapporto di fiducia e reciproca stima con i nostri clienti. La pandemia, più in generale, ha determinato per il settore assicurativo una forte accelerazione verso la digital transformation. Auspichiamo che, anche se l’Italia ancora deve fare grossi passi in avanti, i prossimi mesi saranno decisivi per una virata verso la digitalizzazione. Cosa che, ormai, chiedono in modo netto anche gli assicurati, che si aspettano servizi in grado di rispondere alle nuove emergenti esigenze.
Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?
Enrico Scianaro: Decidere di tenere a casa la community non è stata una scelta facile, ma purtroppo necessaria in quei giorni così drammatici e incerti. Abbiamo capito con ancora maggiore consapevolezza che siamo in grado di rispondere efficacemente a scenari non previsti. E non perché abbiamo scoperto formule magiche, ma perché abbiamo imparato anche dai momenti difficili vissuti a essere uniti, a fare squadra, a credere con ogni forza nel progetto innovativo che proponiamo. L’entusiasmo nonostante tutto e la determinazione delle persone sono i due aspetti che personalmente mi hanno felicemente sorpreso in questo anno e che porterò con me come insegnamento di vita.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e Insoore nel futuro?
Enrico Scianaro: Subito dopo il lockdown, quando abbiamo iniziato a tornare in ufficio seguendo una turnazione in grado di garantire il distanziamento e tutelare la salute dei nostri dipendenti, abbiamo fatto quello che ci sembrava più opportuno: chiedere al nostro team come avesse vissuto il momento di confinamento, come stesse vivendo la ripartenza e come immaginava dovesse andare il futuro. Con una survey interna abbiamo scoperto che lo smart working era apprezzato, ma si sentiva anche l’esigenza di rivedere i colleghi, di condividere insieme dei momenti, seppur nella massima sicurezza. Abbiamo capito che aggiungere un po’ di normalità alla situazione che si stava vivendo avrebbe potuto aiutare a tenere sotto controllo stress e ansia. Così, ci siamo organizzati in turni flessibili. Credo che alla fine siamo riusciti a trovare un equilibrio che metta tutti in una condizione di maggiore serenità. E credo anche che il modello che abbiamo messo a punto in questi mesi potrà essere usato anche in futuro, come modello organizzativo di lavoro.
Come pensate di superare la concorrenza?
Enrico Scianaro: Insoore è una realtà innovativa che propone un modello di gestione dei sinistri che prima non esisteva. E col tempo ci stiamo specializzando nella definizione di modelli diversi pensati per differenti tipologie di sinistro. Credo che nessuno in Italia faccia questo, utilizzando la tecnologia che utilizziamo noi e soprattutto il nostro modello con la community. Siamo una novità, a cui le compagnie, le aziende di fleet management, i broker e le case auto guardano con crescente interesse. Abbiamo dimostrato di non essere solo una startup giovane che proponeva un’idea dirompente: quell’idea l’abbiamo anche realizzata. E funziona. Abbiamo in cantiere una serie di progetti. A breve rilasceremo una piattaforma di prenotazione, tramite la quale i nostri clienti potranno ingaggiare direttamente gli Insoorer. Ed è già disponibile un’app per i professionisti, come i carrozzieri, che permette anche a loro di effettuare le rilevazioni. Entrambe le novità consentiranno di ridurre ulteriormente i tempi per una ancora migliore ottimizzazione dei processi.
Il vostro sito Web?
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Enrico Scianaro: Come ho scritto in un articolo su LinkedIn all’inizio del nuovo anno, mi auguro che nel 2021 possano tornare a essere centrali le persone e che la tecnologia aiuti a sentirci di nuovo più umani. Il mondo di domani dovrà essere più rispettoso della natura umana. Personalmente, ma credo di poter parlare per un gran numero di persone, durante questo anno appena concluso ho compreso che il compito della tecnologia non è quello di rendere più nervose e ingarbugliate le nostre vite. Dovrebbe essere, invece, quello di liberare l’uomo dalle faccende che possono essere svolte più precisamente e più rapidamente dalle macchine, perché l’uomo possa dedicarsi ad altro.
A pensare, ad esempio. A organizzare e a programmare. A gestire. A confrontarsi. Il tempo dell’uomo non è veloce. La velocità lasciamola alle macchine. Per noi teniamo i respiri, le strette di mano guardandoci negli occhi, le risate, gli abbracci. Teniamo il tempo delle idee, che nella vita di ieri non ci concedevamo poi così tanto, presi come eravamo dalla fretta, tra l’altro non sempre una fretta utile.

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