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Flexible benefit: quali sono le principali tipologie?
Nell’ambito delle varie iniziative di welfare aziendale, occupano un posto di notevole importanza i flexible benefit, locuzione inglese con il quale si fa riferimento a tutto un insieme di beni e servizi che un’azienda può erogare ai propri dipendenti in aggiunta alla retribuzione standard.
Va precisato che per quanto non rientrino nella normale retribuzione, la loro erogazione aumenta di fatto il potere di acquisto dei dipendenti e, conseguentemente, contribuisce a migliorare la loro qualità di vita.
Alcuni autori distinguono fra flexible benefit e fringe benefit, altri invece considerano questi ultimi come una particolare tipologia di flexible benefit. Distinzioni a parte, che sono perlopiù legate al regime fiscale applicato (i flexible benefit sono esenti da contributi e imposte, mentre i fringe solo parzialmente), è indubbio che si tratta in ogni caso di incentivi molto apprezzati dalla forza lavoro e che hanno anche risvolti positivi per le aziende.
Esempi di benefit aziendali: i buoni benzina
Si possono fare numerosi esempi di benefit aziendali; fra quelli più comunemente proposti dalle aziende del nostro Paese si ricordano in particolare tre tipologie di buoni: i buoni pasto, i buoni acquisto e i buoni carburante.
Per quanto riguarda questi ultimi, un esempio pratico che si può fare è il Buono Acquisto Benzina Pluxee, un buono grazie al quale è possibile effettuare rifornimenti di carburante in tutta la rete stradale italiana presso le stazioni aderenti Q8. È disponibile in vari tagli (5, 10 e 25 euro) e basta presentarlo alla cassa per fare rifornimento. È un tipo di benefit particolarmente utile per il dipendente e per i suoi familiari. Va segnalato tra l’altro che l’ultima Legge di Bilancio ha previsto, per il periodo d’imposta 2024, un aumento della soglia di defiscalizzazione dei fringe benefit portandola a 2.000 euro per coloro che hanno figli a carico e a 1.000 euro per chi non ha figli a carico.
Esistono anche altre tipologie di flexible benefit, più diffusi nelle grandi imprese, come per esempio corsi di lingua, polizze integrative, borse di studio per i figli, assistenza medico-sanitaria, previdenza complementare, accesso a mutui e prestiti agevolati e molto altro ancora.
I buoni pasto
Dopo aver descritto i buoni benzina, meritano un breve cenno anche i buoni pasto per dipendenti che sono disponibili sia come buoni cartacei che come buoni elettronici; i più diffusi sono ormai questi ultimi.
Sono una soluzione adottata da moltissime aziende nelle quali non è presente il servizio di mensa aziendale e si caratterizzano per essere uno strumento comodo, flessibile e che offre vantaggi economici e fiscali.
I buoni pasto elettronici sono disponibili in formato card (carta prepagata) e full online (voucher utilizzabili tramite apposita app). Il funzionamento è semplice: al momento del pagamento il buono viene presentato all’esercente e il numero di buoni utilizzati viene scalato dal saldo disponibile. Possono essere usati per la pausa pranzo e per la spesa in migliaia di strutture convenzionate (bar, ristoranti, gastronomie, negozi di alimentari ecc.).
I buoni pasto elettronici hanno una soglia di esenzione fiscale giornaliera di 8 euro (sono quindi una forma di reddito detassato). Il costo che l’azienda sostiene è deducibile al 100%.
I buoni acquisto
I buoni acquisto per dipendenti sono voucher elargiti dalle aziende ai loro dipendenti e collaboratori. Consentono ai destinatari di usufruire di sconti sugli acquisti effettuati presso le tante strutture convenzionate come negozi al dettaglio, centri commerciali, supermercati, shop online, agenzie di viaggio ecc. Possono essere cartacei o digitali e il dipendente può usarli per acquistare un grandissimo numero di prodotti e servizi. Per quanto riguarda il regime fiscale, vale quanto indicato a proposito dei buoni benzina.
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