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Intervista a Mirella Civardi, cofondatrice di Respectlife, una start up dedicata alla progettazione e produzione di tessuti sani e sostenibili
“Per noi sono stati mesi intensi, un poco frastornate da quello che ci succedeva intorno, ma molto motivate e felici di portare il nostro contributo”.

Prima di tutto, come state, lei e la sua famiglia in questa fase 3 dell’emergenza COVID-19?
Mirella Civardi : Noi stiamo bene la fase 3 dell’emergenza covid ci trova pieni di idee e attività per nuovi prodotti che possono ancor meglio proteggere la salute e rispettare l’ambiente
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale?
Mirella Civardi : Dall’esperienza di una vita. Mirella opera negli ambienti ospedalieri, dove ha potuto approfondire le problematiche dei pazienti e degli operatori sanitari. Cristina ha sviluppato la sua professionalità dentro il mondo dei filati e dei tessuti, di cui conosce vizi e virtù. Alberto è impegnato da sempre nella gestione d’impresa, come manager di lungo corso.
La loro esperienza mescolata alla passione hanno creato l’ambiente favorevole alla nascita dell’impresa. A loro ha creduto il fondo Progress Tech Transfer (PTT) che a fine 2019 è entrato con una quota di minoranza. PTT è il primo fondo italiano dedicato al trasferimento tecnologico nell’ambito della ricerca pubblica nel campo della sostenibilità, sottoscritto paritariamente da Cassa Depositi e Prestiti e dal Fondo Europeo degli Investimenti.
Come innova la vostra azienda?
Mirella Civardi : Abbiamo individuato una fibra con caratteristiche tali da essere amica della natura e dell’uomo per il suo comportamento più che per la sua origine. La selezione ha portato a individuare nel polipropilene (PP) il materiale giusto. Subito dopo è nata Respectlife, una start up dedicata alla progettazione e produzione di tessuti sani e sostenibili.
Respectlife ha individuato le soluzioni per la sua filatura, tessitura e finissaggio, così da creare una gamma di tessuti molto ampia e adatta a diverse applicazioni. I suoi tessuti sono twill, jacquard, gabardine, o a maglia come il jersey, il Piquet, e così via. La mano è la stessa dei migliori tessuti tradizionali, ma l’anima è diversa perché hanno caratteristiche irraggiungibili con le fibre tradizionali.
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito la vostra attività e come state affrontando questa crisi?
Mirella Civardi : La pandemia è arrivata in un momento molto importante per la vita della nostra statrup, “Progress Tech Transfer” – il fondo di investimento lanciato da MITO Technology e dedicato alla valorizzazione delle tecnologie nel campo della sostenibilità – è entrato nel capitale di Respectlife per finanziare il Proof of Concept dei tessuti antibatterici tra Respectlife e il Policlinico San Matteo di Pavia pochi giorni prima che ricoverassero, proprio qui, il primo paziente covid italiano.
Il San Matteo costituisce un punto di riferimento internazionale nel campo dell’epidemiologia e delle infezioni. E’ un ospedale oggi in prima linea nella gestione dell’emergenza Covid-19.
Avete dovuto prendere decisioni difficili? E quali sono le lezioni apprese?
Mirella Civardi : Nella pandemia COVID-19 l’uso diffuso di terapie antimicrobiche come parte del pacchetto di cure cliniche associato all’ampio uso di biocidi per la disinfezione ambientale e personale, aumenterà i ceppi resistenti ai farmaci e aumentarà il rischio di resistenza crociata agli antibiotici.
Attualmente, almeno 700.000 persone muoiono ogni anno a causa di malattie resistenti ai farmaci, tra cui 230.000 persone che muoiono per tubercolosi multiresistente. (OMS https://www.who.int/news-room/detail/29-04-2019-new-report-calls-for-urgent-action-to-avert-antimicrobial-resistance-crisis).
E’ anche aumentato a dismisura l’uso di abbigliamento protettivo monouso che crea una enorme quantità di rifiuti.
In pratica il covid ha aumentato la necessità di un tessuto come Respectlife.
La composizione della fibra è 100% PP. Il PP è idrofobico diminuisce la possibilità di trasferimento dei virus, blocca la colonizzazione batterica e fungina, prevenendone l’adesione SENZA generare resistenza microbica. Non assorbe lo sporco che rimane in superficie e viene eliminato facilmente.
I nostri tessuti possono essere lavati anche più volte al giorno e asciugano in poco tempo. Durano fino a 200 volte, senza perdere le loro caratteristiche tecniche.
Per noi sono stati mesi intensi, un poco frastornate da quello che ci succedeva intorno, ma molto motivate e felici di portare il nostro contributo.
Come gestite lo stress e l’ansia in questa fase 3 dell’emergenza e come vi proiettate, voi stessi e la vostra azienda nel futuro?
Mirella Civardi : Abbiamo messo a punto, con la collaborazione di infermieri, medici e tecnici divise comode e traspiranti, capaci di difendere gli operatori, che non producano pulviscoli nell’aria – vettori di virus e batteri –. Questi elementi aumentano la qualità del lavoro e la protezione di chi li adopera
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Mirella Civardi : Per la protezione dalle infezioni si usa abbigliamento monouso che genera una grande quantità di rifiuti speciali.
Ad oggi in ospedale le divise sono in cotone o cotone e poliestere. Il cotone e il poliestere sono colonizzati dai batteri e le divise possono diventare un veicolo delle infezioni, il cotone anche per dispersione di pulviscolo.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Mirella Civardi : Diventare ancora più concreti, dare valore alle cose importanti, fare squadra
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