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Intervista a Pierpaolo Foderà, CEO di ADAMANTIC: IoT e Blockchain Solutions
Ci parli di lei, della sua carriera e di come nasce questa idea imprenditoriale.
Pierpaolo Foderà: ADAMANTIC è una Startup Innovativa fondata nel 2017 e focalizzata sullo sviluppo di soluzioni software in ogni settore di business. In particolare la nostra attività è rivolta verso blockchain ed IoT, tecnologie che negli ultimi tempi stanno convergendo sempre più. Ho conosciuto il mio socio Domenico Barra -CTO di ADAMANTIC- come collega nell’ azienda in cui lavoravamo precedentemente. Entrambi proveniamo da una carriera pluriennale nell’ambito degli sviluppi IT; abbiamo lavorato per aziende di consulenza, software house, system integrator a vari livelli e su contesti nazionali ed internazionali. A valle di un periodo di analisi e confronto, abbiamo valutato obiettivamente le potenzialità dei paradigmi tecnologici emergenti e le abbiamo declinate sulle esigenze di un mercato, quello enterprise, che già conoscevamo.
Da qui la decisione di puntare sulla tecnologia blockchain e di investire tutte le nostre competenze, relazioni ed economie cercando di renderla fruibile al largo consumo, seguendone la maturazione ed anzi compartecipando ad essa. Questo è un percorso che ci entusiasma molto e che ci permette non solo di crescere, ma anche di evolvere insieme ad una tecnologia che prossimamente diverrà di dominio pubblico, con gran profitto di tutti, dai cittadini alle imprese. Fedeli alle nostre comuni origini da programmatori software, cerchiamo di rimanere “vicini alla macchina” valutando con attenzione anche contesti prettamente fintech (crypto valute e tokenizzazione) ma sempre cercando di evitare la defocalizzazione verso modelli di business indotti da “sirene” di vario valore attrattivo, che come ben sappiamo, nel contesto fintech non mancano.
Come innova ADAMANTIC?
Pierpaolo Foderà: L’offerta di ADAMANTIC è stata da subito rivolta al mercato che conoscevamo meglio, quello delle medie e grandi imprese. A questo target offriamo servizi e prodotti che sfruttano appieno il potenziale di nuove tecnologie, al fine di portare valore aggiunto al loro business. Farlo ora per i nostri Clienti significa trovarsi in prima linea domani, quando questi strumenti saranno di dominio pubblico, ed i precursori potranno trarne i maggiori vantaggi.
Fare i pionieri significa anche tracciare la strada dove ancora non esiste, ed in questo senso il nostro valore è nel trovare soluzioni alle croniche immaturità che sono fisiologiche nelle tecnologie emergenti. Applicare tali paradigmi innovativi a business consolidati richiede conoscenze su numerosi fronti, impegno e fattor comune sui risultati. In questi anni abbiamo sviluppato soluzioni verticalizzate su diversi mercati: health, insurance, e-commerce, IoT, tokenizzazione di asset fisici, certificazione di opere d’ arte e di contenuti media, comunità energetiche e premialità connesse a consumi e a comportamenti virtuosi, etc. etc. Altro settore in cui cerchiamo di essere innovatori è quello della formazione.
Siamo attivi con workshop tecnologici e formazione strutturata in corsi di aggiornamento per tecnici e manager e siamo sempre pronti a condividere la nostra esperienza e portare le nostre competenze direttamente nelle aziende che lo richiedono. In particolare stiamo dialogando con altre società, al fine di far comprendere la blockchain come paradigma utile, oltre che innovativo, per consentirne una rapida diffusione attraverso le varie reti commerciali che riusciamo a coinvolgere. Questo perché uno dei fattori che comporta l’essere pionieri è proprio quello dell’ “evangelizzazione” iniziale sul mercato, tanta fatica in termini di divulgazione e dimostrazione dei risultati, ma spesso premiata!
In che modo la pandemia da COVID-19 ha colpito ADAMANTIC e come state affrontando questa crisi?
Pierpaolo Foderà: Fortunatamente il nostro ambito operativo non ci vincola a dover necessariamente lavorare in ufficio. Va notato che durante il primo blocco generale siamo stati catapultati senza preavviso sui nostri tavoli da cucina a sviluppare codice e parlarci attraverso il monitor. Sono saltate rapidamente le sinergie, con ripercussioni su gerarchie e pianificazioni e la cosa ci ha portato a qualche ritardo nelle consegne, oltre che stress aggiuntivo. Però come sempre, l’esperienza è maestra e tornati in ufficio a giugno, ci siamo subito messi al lavoro per cercare di migliorare le procedure di comunicazione interna. Devo dire che in termini di strumenti operativi eravamo già ben organizzati.
Tutto è in cloud e tutto è ridondato e protetto, ma ora siamo anche in grado di sfruttare tutte le strumentazioni al meglio, tanto che oggi i colleghi possono semplicemente inviare una comunicazione la mattina stessa se decidono di lavorare da casa. E lo stanno effettivamente facendo! Preferiamo comunque, fin quando sarà possibile, lavorare in gruppo ed in presenza. Scherzare, giocare a biliardino nell’open space e prendere il caffè insieme sono momenti importanti che rendono il gruppo più unito. Ci riteniamo sicuramente fortunati ad avere la possibilità di proseguire le attività anche in questo periodo di incertezza.
Devo sottolineare che purtroppo questa incertezza ci impatta dal punto di vista commerciale. I nostri progetti sono fortemente rivolti all’innovazione, alla ricerca di nuove tecnologie volte a evolvere gli attuali modelli e sperimentare ampliamenti del business e nuovi mercati. Tale esigenza è sempre secondaria rispetto al “mantenimento” di ciò che è già in atto, e alcuni progetti che avremmo dovuto iniziare a pianificare, sono stati posticipati dai nostri Clienti a tempi più proficui relativamente ai loro business. Questa è una problematica che abbiamo rilevato soprattutto con Clienti operanti nei settori legati al turismo ed allo sport. In generale anche le aziende non impattate direttamente dal COVID stanno vivendo una fase di stasi in attesa di riaprire all’innovazione.
A questo si aggiunge il fatto che non potendo raggiungere fisicamente alcuni Clienti o nuovi Clienti, si limita molto la percentuale di nuovi progetti da mettere in pianificazione. Questa osservazione ha però, fortunatamente, solo una valenza di “alert” per ora. Molto dipenderà dalla durata di questa crisi, al momento non risentiamo della cosa ma è importante tenerla sotto controllo e semmai operare i necessari interventi.
Avete dovuto prendere decisioni difficili ? E quali sono le lezioni apprese?
Pierpaolo Foderà: Nel periodo tra febbraio e marzo avevamo pianificato di assumere tre nuove risorse tecniche, chiaramente il pieno della crisi COVID ci ha portato a non pochi problemi connessi con la selezione e poi con l’affiancamento iniziale dei nuovi colleghi sui progetti. Questa esperienza ha portato ad alcune criticità che non sempre siamo stati in grado di risolvere senza conseguenze poco piacevoli e che hanno pesato anche sui nuovi colleghi per carenze organizzative. Come già detto, in quel periodo siamo stati catapultati in una improvvisa gestione “da remoto” dell’azienda e questo ha obiettivamente avuto un impatto forte in termini organizzativi.
Oltre ad averci traghettato verso una più proficua gestione delle comunicazioni interne e degli strumenti tecnici, questa criticità ci ha fatto capire quanto, in generale, siamo legati al consueto “comfort” quotidiano. La lezione appresa è che non dovrebbe servire una crisi per trovare nuove formule di lavoro, se queste sono più proficue delle attuali. Molte aziende hanno deciso di mantenere lo smart working in maniera definitiva con formule di rientro in ufficio di uno o due giorni settimanali, o anche meno. Una volta trovata la giusta formula di lavoro hanno già riscontrato che i propri dipendenti ne traggono beneficio e si riducono i costi di infrastruttura. In termini generali la conferma che possiamo trarne noi è che indipendentemente dal “perimetro di comfort” è sempre proficuo investire in innovazione e ricerca, in primis per evolvere e poi per rendere ancora più efficienti gli attuali standard, d’altronde prima o dopo saremo comunque costretti ad adeguarci ai cambiamenti.
Come gestite lo stress e l’ansia in questo periodo di emergenza sanitaria e come proiettate, voi stessi e ADAMANTIC nel futuro?
Pierpaolo Foderà: Al momento attuale abbiamo ripreso, con le necessarie cautele, le nostre attività in ufficio. Rispetto a prima siamo più reattivi nel gestire contesti di lavoro da remoto e spesso e volentieri ci capita di decidere di lavorare da casa anche la mattina stessa. Questo permette di governare anche con più serenità il controllo dell’emergenza contagi poiché chiunque è libero di evitare la presenza fisica in ufficio se pensa di dover verificare il suo stato di contagio o anche solo se è entrato in contatto con estranei. All’inizio pensavamo che conciliare le esigenze professionali con le buone norme anti contagio fosse molto complicato, e invece da questo punto di vista per ADAMANTIC non è stato un fattore di stress, abbiamo reagito molto bene adeguandoci e seguendo le direttive consigliate senza grossi sforzi.
Nonostante ciò, cerchiamo di alleviare la tensione con un ambiente di lavoro “easy”, infatti per i colleghi che vengono in ufficio c’è il nostro fornito open space, che consente ai molti artisti/colleghi di improvvisare performance al pianoforte a coda e alla chitarra (sempre con le necessarie precauzioni anti COVID), o di usufruire dell’angolo TV e ristoro. Cerchiamo di dotarci di tutto il necessario per non cadere vittima dello stress, ma questo direi anche a prescindere dallo specifico periodo di crisi COVID.
Per quanto riguarda il futuro abbiamo molti obiettivi da raggiungere e consolidare, il COVID non ha modificato di una virgola la nostra intenzione di crescita e per il prossimo anno l’obiettivo è consolidare l’area commerciale e arricchire quella tecnica, così da portare avanti al meglio tanti entusiasmanti nuovi progetti. L’unica differenza è che probabilmente lo smart working rimarrà come costante aziendale; vedremo se sarà il caso di regolamentarla o di lasciarla libera come ora.
Chi sono i vostri competitor e come pensate di superare la concorrenza?
Pierpaolo Foderà: La concorrenza nel nostro settore è ancora poca, questo anche perché è ancora relativamente povero il volume del target, ma siamo sicuri che a breve la situazione possa e debba cambiare. Per questo è importante ampliare competenze e referenze che possano farci emergere come azienda consolidata nella tecnologia blockchain, anche quando tutti gli altri attori del mondo IT convergeranno in questo settore. Per quel momento (ormai prossimo) vogliamo raggiungere la necessaria stabilità in termini di mercato consolidato e prodotti da offrire e poter garantire una competenza e delle referenze che possano mantenere alto l’interesse del mercato.
Le sue considerazioni finali su questa emergenza?
Pierpaolo Foderà: Mi piace pensare positivo anche nelle situazioni meno felici, la speranza è quella di riuscire sempre a vedere il “bicchiere mezzo pieno”. In questo senso la pandemia ci ha messo di fronte alla vera necessità di evolverci verso modalità di comunicazione e fruizione nuove. Mi riferisco, ad esempio, alla necessità di garantire servizi on line ed in particolare mi riferisco alla Pubblica Amministrazione.
Avevamo già prima del COVID gli strumenti che consentivano di inviare e ricevere documenti firmati via PEC o funzionalità on line di autocertificazione e applicazione delle procedure, ma avevamo anche una macchina della burocrazia che continuava a intasare tutte (o quasi) le procedure pubbliche (e private).
La necessità ha fatto virtù e sempre di più questi strumenti e queste funzionalità stanno entrando nell’uso comune. Ciò che prima necessitava di lunghe file agli sportelli, oggi si può fare in un click. Nella speranza che tale volàno possa prendere sempre più velocità ed arricchire il panorama delle automazioni on line, anche e soprattutto certificate o “notarizzate”; vedo aziende come ADAMANTIC rivolte nella giusta direzione e vedo strumenti come la blockchain sempre più indispensabili per la quotidianità, in tutte le procedure (pubbliche e private) che necessitino di trasparenza, sicurezza e certificazione.
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