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Pignoramento del conto corrente senza preavviso? Gianmario Bertollo spiega cosa dice la legge

Immagina di entrare al supermercato, fare la spesa, arrivare alla cassa per pagare e poi…scoprire che il tuo conto è stato bloccato.
Nessun avviso che indichi il giorno esatto, nessuna comunicazione preventiva immediata. Solo la brutta sorpresa di veder sparire il tuo denaro e scoprire che il conto è stato pignorato.
Sì, succede. Ed è perfettamente legale. Ma, per fortuna, non inevitabile.
Il pignoramento del conto corrente è una delle armi più dure che un creditore può usare per recuperare ciò che gli spetta. E può colpire proprio lì dove fa più male: lo stipendio, i risparmi, le somme che si usano per la vita di tutti i giorni.
Ma è davvero possibile che tutto questo accada senza preavviso? E soprattutto: come ci si difende?
Lo abbiamo chiesto a Gianmario Bertollo, esperto di crisi da sovraindebitamento e fondatore di Legge3.it, la realtà italiana che dal 2016 aiuta famiglie e cittadini a uscire dal sovraindebitamento grazie alle tutele previste dalla legge.
Pignoramento del conto corrente: quando scatta e cosa prevede la legge
Il pignoramento del conto corrente può avvenire in due modi distinti, in base alla natura del debito. Nel caso di debiti civili, come prestiti bancari, finanziamenti o forniture non saldate, l’iter prevede una serie di passaggi formali sotto il controllo del tribunale.
Si inizia con la notifica di un decreto ingiuntivo, che intima il pagamento entro un termine specifico, seguito da un atto di precetto, che rappresenta l’ultimo sollecito formale.
In assenza di pagamento, il creditore può quindi attivare la procedura di pignoramento.
Nel caso dei debiti fiscali con un ente pubblico, come l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, il pignoramento può avvenire senza passare dal giudice, ma solo dopo la notifica della cartella esattoriale e il decorso di almeno 60 giorni.
Se passa più di un anno dalla notifica senza atti esecutivi, l’ente deve inviare un ulteriore avviso (intimazione al pagamento) almeno 5 giorni prima del pignoramento.
In entrambe le situazioni, comunque, il risultato è il blocco delle somme depositate sul conto corrente. E comprendere tempestivamente la natura del debito e l’iter attivato dal creditore è essenziale per agire in modo efficace.
Ma cosa possono toccare, davvero, i creditori?
Quando si entra nel mirino di un creditore, tutto sembra a rischio: il conto corrente, lo stipendio, persino la casa. Ma è bene sapere che non si sta partecipando a una battuta di caccia libera.
No, perché la legge italiana impone dei limiti precisi, proprio per evitare che il recupero crediti si trasformi in una condanna alla sopravvivenza del debitore.
È vero, un creditore può agire su diverse voci del patrimonio, come:
- pensioni
- stipendi
- provvigioni
- conti correnti
- crediti
- e in certi casi anche immobili
È qui che nasce una delle domande più frequenti: “con un conto corrente pignorato, posso prelevare?”
In realtà, non tutto è pignorabile. La legge infatti prevede tutele specifiche per chi riceve sul conto corrente lo stipendio o la pensione, specialmente quando si tratta dell’unica fonte di reddito.
In questi casi, vengono applicati limiti precisi al pignoramento, per evitare che il debitore si ritrovi senza mezzi per affrontare le spese essenziali.
Dunque è proprio in questo spazio, tra ciò che può essere legalmente colpito e ciò che deve rimanere intatto, che può nascere una strategia di protezione efficace (purché guidata con competenza).
Gianmario Bertollo ci spiega come proteggersi dal pignoramento del conto corrente
Prima di pensare a una strategia di protezione dal pignoramento del conto corrente, c’è un aspetto importante su cui riflettere…
Il pignoramento del conto corrente spesso non è un fulmine a ciel sereno, ma è il segnale di una crisi finanziaria che dura da tempo.
Una crisi fatta di debiti che si accumulano, rate saltate e solleciti ignorati. Insomma, in molti casi il vero problema non è il conto bloccato, ma tutto ciò che lo ha preceduto. E ignorarlo non fa che peggiorare la situazione accumulando ulteriori debiti.
In questo contesto, l’improvvisazione è un lusso che non ci si può permettere.
Affidarsi a soluzioni fai-da-te o a consulenti improvvisati, che non conoscono a fondo la legge, può voler dire perdere l’unica occasione concreta per uscire davvero dal sovraindebitamento.
Ecco perché è sempre consigliabile affidarsi a persone che conoscono a fondo la materia e hanno decenni di esperienza alle spalle nell’affrontare (e superare) crisi da sovraindebitamento. È il caso di Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it e punto di riferimento in questo ambito.
Da anni Bertollo e il suo team di 60 professionisti aiutano famiglie e cittadini a voltare pagina grazie all’applicazione rigorosa della Legge 3 del 2012, conosciuta anche come “Legge Salva Suicidi” , le cui procedure oggi sono parte del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.
Perché il suo metodo è vincente? Perché fondato su un’analisi approfondita della situazione debitoria del cliente e sull’applicazione scrupolosa delle norme, senza scorciatoie né promesse infondate.
A conferma dell’efficacia del metodo adottato, Legge3.it di Gianmario Bertollo è l’unica realtà del settore ad avere la clausola contrattuale di garanzia 100% soddisfatti o rimborsati. Questo perché solo i casi in cui sussistono davvero i requisiti previsti dalla legge vengono accettati, proprio per garantire un percorso legale efficace e sostenibile.
Se il tuo conto è a rischio, hai già subito un blocco o semplicemente temi che possa succedere a breve, è il momento di approfondire per sapere come difenderti in modo legale.
Scopri di più nell’approfondimento dedicato a come evitare il pignoramento del conto corrente, a cura di Gianmario Bertollo.

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