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Mark Zuckerberg minaccia davvero di chiudere Facebook e Instagram in Europa?

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chiusura Facebook e Instagram

Mark Zuckerberg sta minacciando di chiudere Facebook e Instagram in Europa a causa delle normative volte a ostacolare la raccolta di dati delle app. Meta, la società precedentemente nota come Facebook, ha depositato l’avvertimento in un rapporto per la Securities and Exchange Commission la scorsa settimana. In questo rapporto, il colosso tecnologico della California si è lamentato delle regole dell’UE che gli impedirebbero di dirigere i dati degli europei sui server americani. In questo articolo, cercheremo di approfondire meglio la questione.

La legge europea contro Meta 

La legge europea sul regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) impone una serie di obblighi alle organizzazioni straniere che prendono di mira o raccolgono dati relativi ai cittadini dell’UE. La legge GDPR imporrebbe una pesante multa a Meta per aver violato i suoi standard di privacy e sicurezza. Meta devia infatti i dati dei clienti dell’UE sui server internazionali degli Stati Uniti. 

La risposta di Meta 

Senza la possibilità di trasferire, archiviare ed elaborare quei dati attraverso l’Atlantico, Meta ha affermato che potrebbe essere costretta a chiudere i servizi principali in Europa.

Se la società dovesse prendere l’improbabile decisione di portare a termine la minaccia, agli account europei verrà negato l’accesso a Facebook e Instagram.

Il motivo è chiaro. Meta ha affermato nel suo rapporto che, a meno che le regole europee sui dati non vengano ammorbidite, la società “probabilmente” non sarà più in grado di offrire i suoi “prodotti e servizi più significativi”, inclusi Facebook e Instagram, nell’UE.

La questione chiave: i dati 

Attualmente, Meta elabora i suoi dati negli Stati Uniti e in Europa. L’azienda afferma che questo è fondamentale per il modo in cui opera la sua attività. Le normative mirano a proteggere la privacy degli europei assicurando che i loro dati non vengano elaborati oltre i confini del continente.

Meta chiede che gli sia consentito continuare a utilizzare il framework di trasferimento dei dati transatlantico chiamato Privacy Shield. Questa era la base giuridica utilizzata dalla società per effettuare i trasferimenti di dati fino a quando non è stata invalidata nel luglio 2020 dalle nuove leggi nata per proteggere i dati degli europei.

Si raggiungerà un accordo?

Meta ha affermato che se non si troverà un novo accordo, potrebbe essere costretto a ritirare i servizi dall’Europa. Le possibilità che l’azienda riesca a portare a termine la minaccia, tuttavia, sono scarse, poiché l’Europa è uno dei suoi mercati più grandi e redditizi. Tuttavia questa nuova regolamentazione della raccolta di dati potrebbe ostacolare pesantemente il modello principale di Meta per generare entrate.

Le dichiarazioni di Meta 

Nick Clegg (Vice Presidente degli Affar Globali di Facebook) ha dichiarato: “Esortiamo le autorità di regolamentazione ad adottare un approccio proporzionato e pragmatico per ridurre al minimo le interruzioni per le molte migliaia di aziende che, come Facebook, hanno fatto affidamento su questi meccanismi in buona fede per trasferire i dati in modo sicuro“.

In un’altra dichiarazione, un portavoce di Meta ha dichiarato: “Non abbiamo assolutamente alcun desiderio e nessun piano di ritirarci dall’Europa, ma la semplice realtà è che Meta, e molte altre aziende, organizzazioni e servizi, fanno affidamento sui trasferimenti di dati tra l’UE e gli Stati Uniti per gestire servizi globali. Come altre società, abbiamo seguito le regole europee e ci affidiamo a clausole contrattuali standard”. 

Prima perdita di utenti nella storia di Facebook 

La scorsa settimana è emerso che Facebook ha perso utenti per la prima volta nei suoi 18 anni di storia, suggerendo che il suo status di app di social media più grande del mondo è ora minacciato.

La società madre della piattaforma, Meta, mercoledì scorso ha registrato un calo dei profitti più netto del previsto, una diminuzione degli utenti e delle minacce alla sua attività pubblicitaria che ha fatto precipitare le azioni di circa il 22% nel trading after-hour.

Il CEO Mark Zuckerberg ha spiegato che l’apparente stagnazione di Facebook è causata dall’ascesa fulminea del servizio rivale TikTok.  “Le persone hanno molte scelte su come vogliono trascorrere il loro tempo e app come TikTok stanno crescendo molto rapidamente. 

La piattaforma Facebook ha anche riferito di aver perso circa un milione di utenti giornalieri a livello globale negli ultimi due trimestri del 2021. È un numero esiguo su un’app con quasi due miliardi di utenti giornalieri, ma un segnale di stagnazione potenzialmente preoccupante.

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