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Nuova Irpef 2022: cosa cambia e quanto si risparmia

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La circolare n. 4/E dell’Agenzia delle Entrate ha fornite indicazioni sulle novità relative alla tassazione dell’Irpef e all’esclusione dall’Irap per le persone fisiche esercenti attività commerciali, arti e professioni, così come previsto dall’ultima Legge di Bilancio. Il documento indica le modifiche alle aliquote e agli scaglioni d’imposta, sulla rimodulazione delle detrazioni da lavoro dipendente e assimilati, da pensione, da lavoro autonomo e altri redditi. Ma cosa cambia esattamente con la nuova Irpef? Scopriamolo insieme.

Cosa cambia con la nuova Irpef

La nuova Irpef viene rimodulata su 4 aliquote invece che 5 (23%, 25%, 35%, 43%). Si passa, quindi, dal 27% al 25% per la seconda aliquota relativa ai redditi da 15.001 fino a 28.000 euro, dal 38% al 35% per i quelli fino a 50mila euro, mentre i redditi superiori vengono tassati al 43%, con la soppressione della vecchia aliquota del 41%.

Chi non è riuscito ad adeguare per tempo i software per la lavorazione delle buste paga potrà applicare le modifiche normative entro il mese di aprile 2022, con un conguaglio per i primi tre mesi dell’anno.

L’intenzione del Legislatore è quella di comprimere gli scaglioni e ridurre le aliquote degli scaglioni medio-bassi. Ma gli Enti locali avranno tempo fino al 31 marzo per adeguare le addizionali al nuovo sistema a 4 aliquote.

Ecco nel dettaglio le nuove aliquote Irpef in vigore dal 1 gennaio 2022:

  • da 0 a 15.000,00 euro: 23%;
  • da 15.00,01 a 28.000,00 euro: 25%;
  • da 28.000,01 a 50.000,00 euro: 35%;
  • da 50.000,01 euro in poi: 43%

La riforma fiscale porterà ad una riduzione media di prelievo per 27,8 milioni di contribuenti di 264 euro ma il vantaggio sarà maggiore per i redditi medio alti, quelli tra i 42mila e i 54mila, che dovranno versare all’erario 765 euro in meno in media. 

L’impatto della riforma sui singoli contribuenti

Il 20% delle famiglie più povere è sostanzialmente escluso dai benefici per effetto dell’incapienza fiscale. In pratica il 50% dei nuclei in condizione economica meno favorevole beneficia di circa un quarto delle risorse complessive (circa 1,9 miliardi), mentre il 10% più ricco beneficia di più di un quinto delle risorse (1,6 miliardi). Il 20% delle famiglie in condizione economica meno favorevole è di fatto escluso dall’ambito di applicazione dell’Irpef a causa dell’elevato livello dei redditi minimi imponibili e quindi non è coinvolto dalla revisione dell’Irpef. 

L’onere complessivo a regime stimato in 7,3 miliardi, non si discosta in modo significativo rispetto alle valutazioni riportate nella Relazione tecnica (circa 7 miliardi). Il cambiamento fiscale è invece indifferente per oltre 14,5 milioni di contribuenti mentre si evidenzia un incremento di imposta per circa 372.000 individui, in media pari a 188 euro pro capite, per un totale di 70 milioni di euro complessivi. Ma va ricordato che esiste una clausola di salvaguardia che riguarda solo coloro che avevano il bonus Irpef attivato da Renzi, quindi con redditi bassi. Infatti, per i redditi fino a 15mila euro resta il bonus Renzi da 100 euro, che rimane, almeno in parte, anche fino a 28mila euro per evitare che qualcuno ci rimetta con il mix tra nuova Irpef, detrazioni e assorbimento del bonus.

Le detrazioni secondo i redditi

In termini di onere complessivo, il ridisegno delle aliquote e degli scaglioni rappresenta l’intervento predominante che assorbe circa il 79% delle risorse distribuite (5,8 miliardi) mentre il restante 21 % (1,5 miliardi) è egualmente ripartito tra il ridisegno delle detrazioni per il lavoro dipendente e quello delle detrazioni per pensionati e autonomi. A fronte di una riduzione media di imposta per i soggetti che hanno un vantaggio di 264 euro, per circa la metà di essi il beneficio è inferiore a 185 euro, mentre un contribuente su 8 (il 12,5 per cento) beneficia per più di 500 euro.

Per contribuenti con reddito inferiore ai 12.000 euro il beneficio medio si riduce sensibilmente per effetto dell’incapienza fiscale. Le prime due classi d reddito, dove si concentra circa il 36,9% dei contribuenti, beneficiano di circa il 6,7% delle risorse complessive (circa 500 milioni). La Uil sottolinea che le stime Upb «sbugiardano» la riforma fiscale varata dal Governo e confermano l’analisi del sindacato “sulla iniquità ed inefficacia dell’intervento». «L’85% dei lavoratori e pensionati, afferma il segretario confederale Domenico Proietti – riceve solo qualche briciola. La Uil continuerà nella sua battaglia per un reale taglio delle tasse a lavoratori dipendenti e pensionati e per una svolta epocale nella lotta all’evasione fiscale».

Il nuovo sistema delle detrazioni per lavoro

Resta in piedi l’attuale struttura delle detrazioni per lavoro che sono distinte a seconda del “tipo” di lavoro e, precisamente:

  • detrazioni per lavoro dipendente;
  • detrazioni per pensione;
  • detrazioni per altri tipi di reddito (lavoro autonomo, impresa, redditi diversi). 

E’ possibile sintetizzare i nuovi importi nel seguente modo:

Detrazione per redditi di lavoro dipendente:

  • per redditi fino a 15.000 euro: detrazione pari a 1.880 euro (non inferiore a 690 euro o, se a tempo determinato, non inferiore a 1.380 euro);
  • per redditi oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro: 1.910+1.190*[(28.000-reddito complessivo)/(28.000-15.000)]
  • per redditi oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro: 1.910*[(50.000-reddito complessivo)/(50.000-28.000)]
  •  per redditi oltre 50.000 euro: 0

Il suddetto importo si incrementa di 65 euro per i redditi da 25.000 euro a 35.000 euro.

 

Detrazione per redditi di pensione

  • per redditi fino a 8.500 euro: detrazione pari a 1.955 euro (non inferiore a 713 euro);
  • per redditi oltre 8.500 euro e fino a 28.000 euro: 700+(1.955-700)*[(28.000-reddito complessivo)/(28.000-8.500)]
  • per redditi oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro: 700*[(50.000-reddito complessivo)/(50.000-28.000)]
  • per redditi oltre 50.000 euro: 0

Il suddetto importo si incrementa di 50 euro per i redditi da 25.000 euro a 29.000 euro.

 

Detrazione per altri redditi

  • per redditi fino a 5.500 euro: detrazione pari a 1.265 euro;
  • per redditi oltre 5.500 euro e fino a 28.000 euro: 500+(1.265-500)*[(28.000-reddito complessivo)/(28.000-5.500)]
  • per redditi oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro: 500*[(50.000-reddito complessivo)/(50.000-28.000)]
  • per redditi oltre 50.000 euro: 0

Il suddetto importo si incrementa di 50 euro per i redditi da 11.000 euro a 17.000 euro.

 

Detrazioni per carichi di famiglia

La circolare n. 4 del 2022 dell’Agenzia delle Entrate si sofferma anche sull’Assegno Unico e Universale, in vigore dal 1° marzo 2022. Tale misura, prevista per i figli a carico, costituisce un beneficio economico attribuito, su base mensile, per il periodo compreso tra marzo di ciascun anno e febbraio dell’anno successivo, ai nuclei familiari sulla base della condizione economica del nucleo (Indice ISEE). In conseguenza dell’entrata in vigore dell’Assegno Unico, si prevede che, sempre a far data dal 1° marzo 2022:

  • cessano di avere efficacia le detrazioni fiscali per figli a carico minori di 21 anni, incluse le maggiorazioni delle detrazioni per figli minori di tre anni e per figli con disabilità
  • è abrogata la detrazione per famiglie numerose (in presenza di almeno quattro figli).

 

 

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